Mannino: "L'autonomia differenziata danneggia la Sicilia" - Live Sicilia

Mannino: “L’autonomia differenziata danneggia la Sicilia”

Il segretario della Cgil non lesina critiche al presidente Schifani.
L’INTERVISTA
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4 min di lettura

PALERMO – L’autonomia differenziata non s’ha da fare. O almeno non alla maniera di Calderoli. Il segretario regionale della Cgil, Alfio Mannino, chiama a raccolta i siciliani contro il disegno di legge Calderoli. Oggi a Caltanissetta Cgil e Uil scenderanno in piazza per una mobilitazione regionale. Mannino spiega le ragioni della manifestazione senza lesinare critiche, nel merito e nel metodo, al modus operandi del governo regionale. 

Mannino, oggi a Caltanissetta manifesterete contro il disegno di legge Calderoli. Perché?

Perché questo è un provvedimento che rischia di spaccare ulteriormente il Paese e mettere ai margini, ancora di più, i territori più fragili.

In che modo?

Innanzitutto per come è costruito il disegno di legge. Ad oggi, abbiamo un governo che da un lato non dà nessuna garanzia nella definizione dei Lep (livelli essenziali delle prestazioni) e dall’altro dice che non si può superare il tetto della spesa storica. E’ evidente che se non sblocchi il tetto della spesa storica ogni regione non può superare il tetto della spesa fin qui determinata, nella migliore delle ipotesi si cristallizzano i divari e nella peggiore si rende la situazione delle regioni più fragili ancora più fragile. Faccio un esempio.

Prego.

Quando il governo Gentiloni sottoscrisse l’intesa con Veneto, Emilia e Lombardia, la ragioneria dello Stato comunicò che questo trasferimento di competenze a quelle regioni determinava un versamento di risorse per quelle regioni pari a 18 miliardi di euro. Siccome, all’articolo 6 del decreto Calderoli si dice che comunque il trasferimento delle nuove competenze alle singole regioni deve essere a costo invariato, se ci sono regioni che ci guadagnano non c’è dubbio alcuno che altre regioni ci perdono. E sono quelle che hanno, purtroppo, un livello di produzione di Irpef inferiore. 

La regione Sicilia però ha dato il via libera in Conferenza Stato-Regione

Sì, prima vorrei aggiungere una cosa.

Prego.

Alla critica relativa al fatto che non si possono prima determinare le competenze e poi fare il ragionamento sui Lep, il Ministro Calderoli attraverso un’intervista al Corriere della Sera ha dichiarato candidamente che si possono utilizzare i residui del Fondo di Sviluppo e Coesione per finanziare i Lep. Bisognerebbe ricordare al Ministro Calderoli due cose. La prima che con i fondi strutturali non si può finanziare spesa corrente e che sono fondi destinati alle regioni più deboli: quindi l’idea di volere finanziarie le determinazioni dei livelli essenziali delle prestazioni di tutte le regioni con i fondi strutturali che sono ad appannaggio del Mezzogiorno è un ulteriore furto. Schifani ha dato il via libera a questo progetto, ci sarebbe già da osservar una cosa. 

Cosa?

Schifani dà il via libera a un progetto che potrebbe cambiare le funzioni e i connotati della Regione senza nessun passaggio attraverso parlamento regionale. Un vulnus dal punto di vista democratico. Ma fa di più: lo fa senza nemmeno una semplice delibera di giunta, quindi dà il via libera a quel progetto

senza averlo condiviso con le istituzioni regionali, non dico con le forze sociali (cosa che non ha mai immaginato di fare). Dal punto di vista democratico noi riteniamo che tutto questo sia un vulnus. 

Restiamo sulla politica regionale. Le prese di posizioni del presidente Schifani sul fotovoltaico come le commenta?

Dimostrano una confusione assoluta. Non si può cacciare un funzionario come Angelini, imputandogli la responsabilità di ritardare la concessione delle autorizzazioni, e poi dire che le autorizzazioni del fotovoltaico aggrediscono il territorio. Cambiare radicalmente idea nel giro di due mesi ci sembra un atteggiamento schizofrenico, ma c’è un altro tema che vorrei ricordare al Presidente della Regione.

Quale?

Entro il 2030 dobbiamo superare l’energia prodotta dal fossile, comunque dobbiamo dotarci di un piano energetico che utilizzi le fonti di energia rinnovabili. Schifani, piuttosto che tentare di bloccare le autorizzazioni del fotovoltaico, dovrebbe fare un piano paesaggistico che preveda la possibilità di includere o meno gli impianti fotovoltaici. Un limite importante perché non è vero che è tutto terreno agricolo da salvaguardare. Poi c’è il tema dell’off-shore. Se si vuole impedire l’aggressione del nostro territorio si può ragionare sull’off-shore. E poi noi non possiamo essere un hub energetico soltanto come distributore di energia. Perché questa discussione che sta avvenendo sull’hub energetico senza che la Sicilia produca energia non è sostenibile. 

Che cosa propone? 

Noi dobbiamo produrre energia, la Sicilia non può essere soltanto il luogo nel quale si istallano i pannelli fotovoltaici, ma dobbiamo governare il processo di produzione della filiera energetica se vogliamo veramente essere un hub energetico. L’ultima considerazione. Dovremmo dire a Schifani di rivendicare con forza, restando sul tema dell’energia, di far sì che la Sicilia possa diventare il centro sperimentale dell’idrogeno visto che ci sono investimenti del Pnrr significativi e noi siamo in grosse difficoltà nell’avanzamento della spesa (del Pnrr e dei fondi strutturali) quando potremmo chiedere ai grandi player nazionali, su indicazione dello Stato, di investire in Sicilia sull’idrogeno.


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