PALERMO – Un intero pomeriggio di mediazioni e colloqui a tre governo-maggioranza-opposizione: alla fine l’intesa all’Ars per portare al traguardo le variazioni di bilancio ci sarebbe ma non sull’intero ddl. Si andrebbe verso un unico maxi-emendamento governativo ‘depurato’ dalle proposte parlamentari: queste slitterebbero alla Finanziaria 2025-2027, che è ormai alle porte.
Saltano alcune norme del governo
Il governo, però, ha dovuto cedere su tre norme del testo originario varato dalla Giunta e considerate troppo ‘localistiche’: i seicentomila euro per la gestione del depuratore di Castelvetrano, i 350mila euro alla Fondazione orchestra sinfonica siciliana e i due milioni di euro per la promozione e la salvaguardia delle eccellenze agroalimentari contraddistinte dai marchi Dop, Stg o Ig. Anche queste troverebbero posto nella Finanziaria.
L’uso del condizionale è d’obbligo, anche perché non sono pochi gli scontenti di peso tra le file della maggioranza, tuttavia le poche parole spese dal presidente dell’Assemblea, Gaetano Galvagno, al rientro in aula dopo un lungo pomeriggio di trattative autorizzano pensieri positivi: “Ci sono le condizioni per poter andare in maniera più spedita”. Alla fine, due passi indietro di governo e deputati per poterne fare uno complessivo: l’approvazione della manovra-quater.
Una giornata di interlocuzioni
Galvagno è stato uno dei protagonisti delle interlocuzioni. Gli altri sono stati il governatore Renato Schifani, rimasto a Palazzo dei Normanni per tutta la giornata dopo l’apertura al dialogo con le opposizioni, e l’assessore all’Economia Alessandro Dagnino. In ballo c’erano circa ottanta milioni di euro, ai quali guardano indistintamente tutti i deputati per finanziare gli interventi sui territori di riferimento: tutto rinviato alla legge di stabilità, anche perché impegnare questo tesoretto adesso sarebbe pressoché inutile visto che le somme devono essere impegnate entro il 2024.
L’effetto diretto di questa intesa sulle variazioni di bilancio, che movimentano circa 500 milioni di euro, è quello di una dieta dimagrante. Il maxi-emendamento che in mattinata sembrava prendere corpo si sgonfia: via le proposte parlamentari. Resteranno soltanto quelle del governo che affronteranno esclusivamente macro-temi, come il Reddito di povertà annunciato da Schifani.
Finanziamenti territoriali, tutto rinviato
Per “blindare” il ddl variazioni di bilancio, l’accordo prevede di anticipare nel testo in discussione a Sala d’Ercole alcuni finanziamenti che avrebbero dovuto trovare posto nella legge di stabilità. In questo modo gli ottanta milioni di euro da utilizzare per la copertura delle proposte di maggioranza e opposizione potranno essere trasferiti nella Finanziaria.
Due incognite per il governo
Il governo, però, potrebbe essere costretto a un ulteriore sacrificio. Resta, infatti, l’incognita su alcune misure: quella che agevola le aggregazioni tra le imprese affidando trenta milioni di euro all’Irfis e l’articolo che destina 12,5 milioni di euro per l’acquisto di un palazzo di Palermo. L’immobile appartiene al Fondo pensioni ex Sicilcassa e ospita la procura generale e la Sezione giurisdizionale d’appello della Corte dei conti.
Il timing di Sala d’Ercole
Le opposizioni hanno chiesto in entrambi i casi lo stralcio del testo, minacciando il voto segreto che metterebbe in difficoltà il governo. Appuntamento alle 9 di domani, giovedì 7 novembre, con un timing ben preciso preciso annunciato al rientro in aula dal vice presidente vicario Nuccio Di Paola: “Concludere i lavori alle 13”.