Maresca, il rientro dell'epurato: |"Arrabbiato perché non gioco" - Live Sicilia

Maresca, il rientro dell’epurato: |”Arrabbiato perché non gioco”

Il centrocampista rosanero traccia un bilancio dopo le prime sette giornate di campionato. A fine agosto il reintegro, poi qualche spezzone di gara disputato. Adesso l'ex Siviglia si prepara per dare il suo contributo alla squadra.

PALERMO – E alla fine Enzo Maresca è rimasto. Sembrava fuori dal progetto, ormai con le valigie in mano, ma la ruota ha girato dalla sua parte. Chi l’avrebbe mai pensato, ad agosto, quando l’esperto regista era praticamente un corpo estraneo alla squadra? Una storia lunga, che Maresca ha ripercorso in tutte le sue tappe: “Dovremmo andare parecchio indietro, dal rinnovo in poi. La situazione è abbastanza chiara, ma può sembrare strana: dopo l’infortunio subìto con la Roma, verso fino gennaio, mi era stato detto che al rientro avrei giocato poco, perché l’interesse era vedere gli altri. Iniziato questa stagione è sembrata che la strategia della società fosse cambiata, che io non rientrassi più nel progetto perché si puntava sui giovani. Chi ha seguito il ritiro ha visto che stavo praticamente con due piedi fuori. Poi qualcosa è cambiato e sono stato reintegrato in gruppo, ma il mio attaccamento verso la maglia e la società rimane lo stesso”. Le sirene, d’altronde, non mancavano: “Qualcosa c’è stato, sia per la MLS che per l’Europa. Sono stato vicino a tornare in Spagna, ma potete chiedere anche al presidente: io ho sempre ribadito di voler restare. La mia convinzione è sempre stata quella di voler restare, qui mi sento a mio agio”. Difficile pensarla così anche per il prossimo anno: “Per il futuro ho le idee chiare”, glissa il regista.

Ora che Maresca è nuovamente un elemento della rosa, l’obiettivo è quello di ritrovare il campo: “Che io continui a non giocare è un altro discorso. C’è un allenatore che fa delle scelte, il campionato d’altronde è appena iniziato. Sto benissimo da un punto di vista fisico e sono arrabbiato perché non gioco, ma tutti quelli che non giocano risponderanno in questo modo. Io mi sento bene, come l’anno scorso. Più partite si giocano, meglio è”. L’importante, in questi mesi difficili, è non aver mai pensato di mollare: “L’età aiuta. Se avessi avuto qualche anno in meno, sarebbe stato più difficile. Io mi sono sentito fuori dalla società per tanto tempo, ora sono di nuovo dentro. Da un punto di vista mentale mi sento pronto, non nascondo però di avere avuto qualche momento particolare. Dispiace solamente che per un determinato periodo sono passato per salvatore della patria e poi sono diventato quasi un peso. Non sono l’unico e non sarò l’ultimo, sono cose che succedono”.

Lo scorso anno Maresca ha vissuto una situazione simile. Al suo esordio col Milan, però, è stato bollato con troppa fretta come l’elemento capace di cambiare le sorti della squadra: “Non sono stato il salvatore della patria e non mi sono mai sentito un salvatore della patria. Mi sento pronto e spero di poter dare una mano se ce ne sarà bisogno. La squadra è in difficoltà, ma è tutto normale”. Per superare questa crisi, dunque, non può bastare un semplice cambio tattico: “Andrebbe fatta un’analisi completa. Lavoriamo con lo stesso allenatore da due anni e mezzo, ma per cinque undicesimi abbiamo una squadra totalmente nuova. Lo scorso anno siamo partiti con Morganella, Muñoz, Barreto, Andelkovic e Dybala titolare, poi sono subentrato anch’io, quindi sei elementi diversi rispetto all’anno scorso. Qui si dà importanza solo all’addio di Dybala, ma anche Barreto era fondamentale. Muñoz e Morganella sono stati sostituiti bene, ma i titolari erano loro”.

Iachini d’altronde l’aveva già detto. Tanti cambi in squadra, tanti giocatori non al top della forma. Tra questi, il tecnico ha indicato anche Maresca, adducendo al suo ritiro anomalo: “Io mi sento bene – ribatte il centrocampista -. Se l’allenatore dice che ho saltato una parte del ritiro è così, anche se in realtà mentre gli altri giocavano non è che stessi fermo. Se l’allenatore pensa che abbia bisogno di più lavoro, è per questo che siamo qua tutti i giorni”. Ciò non toglie che a Bologna si vada anche per “salvare” la panchina del tecnico, che resta traballante: “Giocare per Iachini e per noi è una cosa che dobbiamo fare sempre. Dobbiamo entrare in campo con uno spirito diverso, cercando di fare la partita. Per noi, per l’allenatore e per tutti. Non so se a Bologna troveremo il nostro spartiacque, ma ripeto quel che ho detto domenica: facciamo il lavoro più bello del mondo, questo è solo un momento in cui dobbiamo saper reagire”.

Al di là delle vicissitudini in rosa, il rapporto tra Maresca e Iachini resta quello che c’è sempre stato tra due grandi professionisti. Immutato anche il rapporto col presidente Zamparini, del quale Maresca loda la schiettezza: “Il presidente lo conoscete meglio di me. Mi aveva detto con sincerità che dovevo andar via, mostrandomi però stima, perché ha avuto l’accortezza di dirmelo direttamente. Quando sono rientrato, ha fatto lo stesso”. Una chiarezza che potrà servire per superare questo momento difficile, nel quale il Palermo ha bisogno di aspettare i suoi giovani: “L’anno scorso c’erano giocatori che conoscevano bene l’ambiente, quest’anno invece ci sono diversi ragazzi stranieri che devono ancora capirlo bene. Anche i vari Quaison e Chochev che erano qui l’anno scorso. Sono difficoltà normali”.

Difficoltà che non riguardano solamente gli elementi più giovani. Anche Gilardino, uno dei giocatori più esperti in rosa, ha faticato a carburare. Da lui, però, Maresca si aspettava un inizio del genere: “Per Gilardino, secondo me, si fa un discorso sbagliato. Puoi chiamarti Gilardino o Messi, ma è normale che ci siano difficoltà. Ha sempre fatto gol e li farà a Palermo, ma deve trovare la condizione giusta. Piano piano si sta riprendendo, ma non potevamo aspettarci subito che giocasse e segnasse. Io lo conosco da sedici anni, è un grandissimo professionista oltre che un bravissimo ragazzo, e soprattutto ha sempre fatto gol. Sbloccarsi con la Roma è stato importante e lo aiuterà, anche lui però ha bisogno di sentire l’affetto dei tifosi. Meglio si sente, meglio è per noi”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI