Marino apre un altro fronte | Duro attacco a Confindustria - Live Sicilia

Marino apre un altro fronte | Duro attacco a Confindustria

L'assessore all'Energia rivela a L'Espresso: "Nei rifiuti interessi enormi da parte di privati che ci insultano riparandosi dietro lo scudo di Confindustria Sicilia". Il riferimento è a...

Lo scontro
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PALERMO – Già dal titolo, il reportage pubblicato su L’Espresso attualmente in edicola, non lascia spazio a dubbi: “E l’antimafia si divise in discarica”. In quelle due pagine, firmate dall’inviato Paolo Biondanì, c’è un altro fronte, l’ennesimo, che rischia di indebolire un altro assessore “blindato” della giunta Crocetta. Dopo la Borsellino, le polemiche rischiano di travolgere anche il pm prestato alla politica, l’assessore all’Energia Nicolò Marino.

È lui, infatti, il protagonista di un duro j’accuse contro Confindustria Sicilia, l’organizzazione degli industriali siciliani capitanata da Antonello Montante, sponsor per nulla occulto dell’esperienza di governo, con un assessore in giunta (Linda Vancheri) e la gestione del nuovo Istituto per lo sviluppo delle attività produttive, l’Irsap, affidato ad un fedelissimo di via Volta, Alfonso Cicero. Marino, nel reportage pubblicato dal settimanale di De Benedetti non le manda a dire: “Fare l’assessore ai rifiuti, acqua ed energia in questa regione puo’ essere pericoloso come indagare sulle stragi di mafia”. Marino ce l’ha con chi “mira ad isolare Crocetta attaccando me, anzi la nostra gestione dell’emergenza rifiuti, che il governatore condivide e difende. Stiamo toccando – accusa Marino – interessi enormi. Interessi privati di chi pensa di poterci insultare impunemente riparandosi dietro lo scudo di Confindustria Sicilia”.

Eccolo l’attacco. Duro. Diretto. Con tanto di nomi e cognomi: “Il problema – spiega all’Espresso l’assessore ai rifiuti – sta tutto in una mia circolare nella quale lancio una sorta di ultimatum ai gestori delle uniche quattro discariche siciliane”. Grazie ai poteri d’emergenza – ricostruisce il settimanale – l’assessorato impone ai privati di costruire moderni (e costosi) impianti di trattamento, altrimenti scatta il commissariamento o la chiusura: “Vada a vedere – dice Marino – chi ci contesta a nome di Confindustria Sicilia”.

Chi lo contesta è Giuseppe Catanzaro che, con il fratello Lorenzo, è titolare della discarica di Siculiana: due milioni di metri cubi di capacita’ residua, un business da 100 milioni di euro. Non è la prima volta che Marino si scaglia contro Catanzaro. Già a luglio scorso l’assessore contestò il fatto che “Confindustria e Legambiente hanno avuto l’ardire di chiedere al parlamento italiano di non convertire in legge il decreto col quale veniva dichiarata l’emergenza rifiuti in Sicilia. Devo dedurre – disse in quell’occasione Marino – che queste associazioni non prediligano impianti di riciclo o compostaggio, probabilmente innamorati delle vecchie e care discariche come quella che il dottor Catanzaro gestisce un quel di Siculiana”.

Crocetta, in quell’occasione tentò di mettere una pezza, prendendo in qualche modo le distanze dall’uscita di Marino: “Voglio ribadire – disse il 10 luglio, il giorno dopo l’attacco di Marino a Catanzaro- che il governo regionale non ha nessuna ragione di scontro con Confindustria. Ritengo che il dissenso su una singola questione non possa costituire ragione per una rottura che avrebbe conseguenze disastrose”.

Caso chiuso? Per nulla. Il dissenso c’è sempre e forse si è acuito se Marino ha scelto la ribalta di uno dei principali magazine italianiper sferrare un altro duro attacco ai vertici di Confindustria: “Che non fanno altro che dire cose ovvie – ribadisce a L’Espresso- È chiaro che l’impresa deve essere trasparente e che il fine dell’imprenditore non puo’ essere il denaro per il denaro. Anche la mafia parlava di antimafia”


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