CATANIA – Il nubifragio non ha fermato la visita catanese dell’assessore Nicolò Marino. Sono le cinque meno un quarto quando l’ex pm arriva all’Ipab Monsignore di Ventimiglia. Ad aspettarlo non ci sono soltanto ospiti e operatori della struttura. Basta dare uno sguardo alle prime pagine dei giornali locali per sapere che Marino è l’uomo del giorno. La nutrita presenza di giornalisti ne è la conferma. Un cronista di Sudpress lo incalza subito sulla sentenza del processo Garibaldi: “ Dalla sentenza di secondo grado del processo Garibaldi emerge che in qualche modo Ciancio c’entra? Come mai le è sfuggito questo passaggio quando era pm?”.
L’assessore è un po’ infastidito ma prontamente risponde. “Tutto quello che è successo sulla vicenda di Catania è stato contemplato in diversi procedimenti curati poi successivamente non più da me per le note vicende che poi hanno portato ad una verifica davanti Consiglio Superiore in cui ho avuto ragione su tutto. Quindi non ho alcuna ragione di rispondere a questa domanda perché tutto quello che è stato fatto è stato riconosciuto correttamente”. Marino così prosegue “vi ricordo che c’è stata una sentenza di primo grado che mandò gli atti per la posizione di Firrarello perché si procedesse anche per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso dopo che Firrarello era stato condannato per una turbativa di un appalto di 70 miliardi di euro con l’aggravante dell’articolo sette (cioè i fatti di mafia). Non so poi che fine fece quel procedimento”. “Io al posto vostro- attacca l’assessore- mi stupirei di un’altra cosa. Mi stupirei di come si possa giungere dopo tanti anni su una vicenda così grave dove è stata la magistratura a costruire l’ospedale Garibaldi (nello specifico il dottor Ferrara che era il Gip ed io che ero il pm). Oggi c’è l’ospedale Garibaldi soltanto perché la magistratura lo ha costruito. Un ospedale inaugurato poi da soggetti che poi furono coinvolti nell’inchiesta, che si è arrivati ad una sentenza di prescrizione con una incredibile esclusione dell’articolo sette che riguarda un noto politico. Io mi stupirei di questo anziché stupirmi di queste cose”. “Non ho nient’altro da aggiungere- prosegue Marino- su questa vicenda perché ho parlato in tutte le sedi competenti e ho avuto riconosciuta la correttezza del mio operato. Chi vuole fare le verifiche le faccia. Io non entro in contraddizione con nessuno nonostante da vario tempo più riviste tentano di provocarmi compreso l’avvocato Cicero che aspira ad essere querelato da me. Io non ho da querelare nessuno, la correttezza del mio operato è stata riconosciuta. Io mi stupisco che nessuno si stupisca di una prescrizione dopo tanti anni. La prescrizione è la tomba della verità”.
Poi l’ex pm si allontana. Sul palco lo attendono il deputato regionale Marco Forzese e il presidente dell’Ipab Federico Aquilotti. Davanti ad una folta platea di utenti si celebra il gemellaggio tra due strutture: l’ipab Monsignore di Ventimiglia e Villa Ferrara. Federico Aquilotti consegna una targa all’assessore e gli espone i problemi del centro. “Finalmente un esponente del governo regionale visita una struttura regionale che si prodiga tanto per il territorio e per gli anziani e dove, fino a oggi, non si è fatto vivo nessuno. Ci siamo sentiti abbandonati a noi stessi per questo riteniamo che la visita dell’assessore Marino sia molto importante”. “Nonostante le difficoltà continuiamo a erogare servizi e ad essere adempienti nei confronti del Comune di Catania – ha aggiunto – che continua a non rispondere alle nostre richieste. Oggi abbiamo chiesto all’assessore Marino, di farsi portavoce delle istanze dell’Istituto e delle altre strutture simili, per premere sul Comune di Catania affinché sia puntuale e presente nell’erogazione di quanto dovuto ma, soprattutto, per mettere mano alla normativa di settore, totalmente inadeguata, in modo da eliminare i finanziamenti a pioggia e premiare chi agisce in modo virtuoso e fornire reali servizi. Ci opporremo a gran voce – ha concluso Aquilotti– a chi, almeno questo si percepisce, sembra volere portare le strutture al collasso per chiuderle, eliminando uno strumento necessario per l’erogazione dei servizi sociali ma, soprattutto, per la tenuta sociale della città”. Positiva la risposta di Marino .“Un impegno che assumo personalmente perché, anche se prescinde dalle mie competenze, noi siamo un unico governo e un’unica Giunta e dunque anche questa emergenza la affronteremo come unicum”.