PALERMO – I sindacati del teatro Massimo firmano il piano di rientro proposto dal commissario Fabio Carapezza Gottuso, che prevede un milione di euro di risparmi sugli stipendi dei 320 tra artisti, professori d’orchestra e tecnici del teatro. Soldi che serviranno, insieme ai tagli alla produzione, a coprire il buco da 3,1 milioni di euro presente in bilancio e che domani sarà al vaglio dell’assemblea dei soci.
Una firma che arriva dopo un’assemblea dai toni accesi, che però dà il via libera alla proposta rimodulata dal commissario: il piano, in un primo momento, prevedeva infatti tagli all’indennità di rendimento, all’attività promozionale e ai buoni pasto. Una proposta rifiutata dai lavoratori, che invece hanno accettato tagli all’integrativo aziendale, detto Eda (che fino al 31 dicembre permetterà di risparmiare 600mila euro, pesando in media 80 euro su ogni dipendente, e che riguarda orari e pause di lavoro), e su una parte del premio di produzione, tagliato del 5,3 per cento.
“L’accordo prevede anche l’aumento dei livelli di produzione e degli spettacoli, per fare salire le quote che al Teatro arrivano dal Fus – dice il segretario Slc Cgil Maurizio Rosso – Altre indicazioni forti riguardano punti per noi fondamentali come il taglio a consulenti, appalti e commesse esterne e la richiesta di internazionalizzare il botteghino, la portineria e il servizio antincendio, affidati con appalti esterni”.
Piano di rientro che dovrà servire a riequilibrare un bilancio su cui pesa anche il mutuo contratto nel 2006 per ripianare un buco da 25 milioni, cresciuto agli inizi del duemila, e che ora è ridotto a 15 milioni. “Abbiamo anche chiesto di puntare a una sinergia con tutti i teatri – continua Rosso – per fare collaborare Teatro Massimo, Foss, Biondo e gli altri teatri siciliani. Le nostre critiche invece le rinnoviamo alle istituzioni politiche, che si limitano a tagliare i contributi per la cultura e disertano i tavoli in cui vorremmo discutere insieme a loro di una proposta seria per il rilancio dei teatri”.