Mattarella: "Mafia sempre in agguato ma destinata a finire" - Live Sicilia

Mattarella: “Mafia sempre in agguato ma destinata a finire”

I messaggi istituzionali nel giorno della strage di Capaci
23 MAGGIO
di
4 min di lettura

ROMA – “Come sostenevano Falcone e Borsellino, la Repubblica ha dimostrato che la mafia può essere sconfitta e che è destinata a finire. L’impegno nel combatterla non viene mai meno”.

“I tentativi di inquinamento della società civile, le intimidazioni nei confronti degli operatori economici, sono sempre in agguato. La Giornata della legalità che si celebra vuole essere il segno di una responsabilità comune”.

Lo dice il Capo dello Stato Sergio Mattarella in un messaggio nel 32° anniversario della strage di Capaci.

“L’attentato di Capaci fu un attacco che la mafia volle scientemente portare alla democrazia italiana. Una strategia criminale, che dopo poche settimane replicò il medesimo, disumano, orrore in via D’Amelio. Ferma fu la reazione delle Istituzioni e del popolo italiano.

Ne scaturì una mobilitazione delle coscienze. La lezione di vita di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino divennero parte della migliore etica della Repubblica”.

“A trentadue anni da quel tragico 23 maggio è doveroso ricordare anzitutto il sacrificio di chi venne barbaramente ucciso: Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo, Vito Schifani”.

“Insieme a loro ricordiamo Paolo Borsellino, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina. Testimoni di legalità, il cui nome resta segnato con caratteri indelebili nella nostra storia”.

I loro nomi sono affermazione di impegno per una vittoria definitiva sul cancro mafioso e il pensiero commosso va ai loro familiari che ne custodiscono memoria ed eredità morale”.

“È necessario tenere alta la vigilanza. Gli anticorpi istituzionali, la mobilitazione sociale per impedire che le organizzazioni mafiose trovino sponde in aree grigie e compiacenti, non possono essere indeboliti.

L’eredità di Falcone e Borsellino è un patrimonio vivo che appartiene all’intera comunità nazionale. Portare avanti la loro opera vuol dire lavorare per una società migliore”.

Meloni: “Restano le tensioni morali”

“Ricorre oggi il 32esimo anniversario della strage di Capaci. Giovanni Falcone ci ha insegnato che ‘gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini'”.

“Fare ogni giorno tesoro di queste parole è il modo migliore che tutti noi abbiamo per onorare il sacrificio di chi ha perso la vita a Capaci quel 23 maggio 1992. Non disperdere i loro insegnamenti, il loro coraggio, portare avanti quei valori di Libertà, Giustizia e Legalità che hanno reso immortali: più forti del tritolo e delle bombe di vigliacchi criminali senza scrupoli”. Lo afferma sui social la premier Giorgia Meloni.

“Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Vito Schifani – continua la premier – e tutti gli altri eroi che hanno combattuto per una società libera dall’oppressione mafiosa, vivono ancora e per sempre nei nostri cuori – aggiunge -. Le loro idee camminano sulle nostre gambe e su quelle di chi verrà dopo di noi. Contro ogni mafia, sempre”.

Schifani: “Lotta alla mafia non conosce destra o sinistra”

“La memoria di Giovanni Falcone deve far parte della quotidianità della vita di ogni siciliano, a maggior ragione di ogni siciliano che occupa ruoli istituzionali o di responsabilità anche per essere d’esempio nella propria azione e nelle proprie decisioni”, a dichiararlo è il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani.

“Noi siamo fieri di essere oggi qui – ha aggiunto Schifani – , a un anno dalla scommessa di Palazzo Jung, del suo funzionamento. La Regione ha fatto la sua parte, il Comune pure. È un ottimo esempio di sinergia tra istituzioni quando si tratta di dare un segnale alla memoria di Giovanni Falcone”.

“La lotta alla mafia non conosce destra o sinistra. Deve prevedere l’unità di tutte le forze politiche e di tutte le istituzioni a tutti i livelli – ha concluso -. Quel processo di cooperazione istituzionale tra i vari livelli prevista dalla nostra Costituzione che è sacra e immutabile”.

Lagalla: “Palermo non si limita a ricordare”

“Senza divisioni, senza fazioni, la città e il Paese devono stringersi oggi nel ricordo delle vittime della strage di Capaci, il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta, Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo”, lo dichiara il sindaco di Palermo Roberto Lagalla.

“Palermo non si limita a ricordare, ma compie, grazie al connubio felice tra la Fondazione Falcone e le istituzioni locali, un ulteriore passo in avanti, quello di offrire il Museo della memoria di Palazzo Jung. Un museo del presente perché è nel presente che attualizziamo il ricordo di un sacrificio, attraverso il quale educhiamo le giovani generazioni, che non hanno conosciuto il sacrificio degli eroi antimafia, a proporsi come testimoni di legalità del proprio tempo”.

“Anche grazie a questo spazio – ha concluso il sindaco- , attualizziamo la memoria e continuiamo a farne patrimonio genetico di una comunità che dice no alla mafia”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI