Cosa nostra si riorganizza| Su "S" le foto della nuova Cupola - Live Sicilia

Cosa nostra si riorganizza| Su “S” le foto della nuova Cupola

Una serie di vertici fra i mafiosi palermitani e agrigentini. Incontri forse voluti da Matteo Messina Denaro. Il numero di S da oggi in edicola mostra in esclusiva le immagini scattate dai carabinieri del Ros che testimoniano il grande fermento all'interno di Cosa nostra.

PALERMO – Una serie di vertici fra i mafiosi palermitani e agrigentini. Incontri forse voluti da Matteo Messina Denaro.

Il numero di “S” da oggi in edicola mostra in esclusiva le immagini scattate dai carabinieri del Ros che testimoniano il grande fermento all’interno di Cosa nostra. I boss si sono incontrati in aperta campagna per evitare di essere intercettati dalla microspie. Hanno scelto zone impervie e ruderi nascosti dalle sterpaglie. Alcuni di loro sono finiti in carcere, altri sono personaggi ancora da identificare e, dunque, tuttora in libertà.

I segnali sono forti: c’è la regia del capomafia di Castelvetrano nella ricostruzione degli assetti di Cosa nostra. Il cuore delle indagini, oltre alla cattura dell’ultimo dei padrini latitanti, è capire chi possano essere i referenti di Messina Denaro a Palermo. Di certo c’è che da mesi gli investigatori registrano le trasferte di personaggi che si spostano dal capoluogo siciliano. Saldo è l’asse con la provincia di Agrigento dove, fino al suo arresto era molto attivo Leo Sutera, indicato dagli investigatori come in contatto con l’entourage del latitante di Castelvetrano. Sutera si è incontrato con Cosimo Michele Sciarabba, tra i partecipanti al summit di mafia a Villa Pensabene, e Gaetano Maranzano, considerato il capo della famiglia mafiosa di Cruillas.

Sutera, Sciarabba e Maranzano sono tutti e tre in carcere. Eppure i contatti tra le provincie di Palermo, Agrigento e Trapani non sono venuti meno. Il numero di S da domani in edicola ricostruisce, passo dopo passo, gli spostamenti e gli incontri organizzati tra Campofiorito, Corleone, Contessa Entellina, Sambuca di Sicilia e Santa Margherita Belice.  Sono la testimonianza della reazione della mafia agli arresti che hanno decimato l’esercito di Cosa nostra non tal punto, però, da bloccarne la capacità di riorganizzazione e di controllo del territorio.


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