Appalti pubblici pilotati dietro il pagamento di mazzette. Un sistema illecito – scoperchiato dalle indagini della Guardia di Finanza – che avrebbe avuto il suo quartier generale in via Lago di Nicito, nella sede catanese del Genio Civile. Una serie di intercettazioni e sequestri di documenti e soldi hanno permesso di documentare l’intreccio corruttivo che si sarebbe mosso per l’affidamento di alcuni lavori ad una ditta in particolare. L’ex capo dell’ufficio Natale Zuccarello e l’ingegnere Saverio Verde si sono dimessi ancor prima che scattassero le manette. Che ci fosse un blitz alle porte era nell’aria da mesi: la visita dei finanzieri in estate aveva fatto capire che il genio civile era nel mirino della Procura di Catania. Nell’operazione Genius, coordinata dal pm Fabio Regolo, sono stati coinvolti anche un altro funzionario del Genio Civile Ignazio Carbonaro e i due imprenditori edili Nunzio Adesini e Rocco Mondello. Questi due hanno già patteggiato la pena nella fase delle indagini preliminari.
Nei giorni scorsi si è svolta l’udienza preliminare davanti alla gup Anna Maria Cristaldi per gli imputati Natale Zuccarello, Saverio Verde e Ignazio Carbonaro. Chiamata a processo anche la società Nurovi, che avrebbe ‘beneficiato’ del sistema corruttivo. La giudice ha aggiornato l’udienza al sei maggio per la scelta dei riti alternativi (tra abbreviato e patteggiamento). Per Zuccarello, unico imputato ai domiciliari, sono stati sospesi i termini di custodia cautelare.
Nell’indagine era stato coinvolto anche il geometra Sebastiano Caggia del Caec, che subito dopo l’interrogatorio di garanzia ha chiarito la sua posizione. La procura ha stralciato e ha chiesto (ed ottenuto) l’archiviazione.