Ventidue persone, fra dipendenti comunali, commercianti e professionisti, escono fuori dall’indagine sul presunto giro di mazzette al comune di Palermo. E’ stata archiviata la posizione di Antonio Giuseppe Genovese, Natale Ciancio, (entrambi in servizio allo Sportello per le attività produttive e finiti ai domiciliari nel novembre scorso), Cosimo Acquisto, Maurizio Garofalo, Ignazio Tinnirello, Giovanni Polizzi, Giulio Vicari, Giuseppe Gallitano, Natale Affranchi, Nunzio Caminita, Giovanni Di Girolamo, Carlo Guttadauro, Angelo Di Noto, Samuele Esposito, Mario Di Stefano, Sonia Piddini, Marcello Dragotto, Giuseppe Aricò, Francesco Barra, Vincenzo Pellerito, Maria Messina, Ferdianndo Ciaramitaro.
I loro nomi venivano fuori dalle intercettazioni e dal libro mastro trovato a Rosario Torrasi, funzionario dello sportello comunale. Almeno così sembrava. Perché in realtà dalle indagini è emerso che non facevano parte del giro di commercianti e professionisti disposti a pagare pur di velocizzare la concessione di una licenza. Emblematico è il caso di Caminita, assistito dall’avvocato Maurilio Panci. Mai avuto a che fare con lo Sportello unico. Mai chiesta una licenza. Mai pagato una mazzetta. Si era limitato a chiedere un cambio di residenza e si è ritrovato sotto inchiesta. Inchiesta archiviata dal giudice per le indagini preliminari Ferdinando Sestito, su richiesta del pubblico ministero. O come nel caso di Polizzi, anche lui architetto del Comune. “Non si è mai interessato per fare rilasciare alcuna licenza”, ha spiegato l’avvocato Francesca Russo.
Resta in piedi, invece, il capitolo dedicato agli altri indagati allora finiti ai domiciliari: il geometra Torrasi, l’architetto Mario Pagnotta e il geometra Francesco Lombardo. Così come per un’altra trentina di commercianti citati nel libro mastro. Gente che avrebbe pagato migliaia di euro pur di non avere intoppi burocratici.