ACIREALE. Primi esiti del Riesame per gli indagati dell’inchiesta Sibilla raggiunti da ordinanza di custodia cautelare. Ha lasciato il carcere il dirigente Giovanni Barbagallo, capo area tecnica del comune di Acireale, accusato di turbativa d’asta, corruzione e falso in atto pubblico. Così hanno deciso i giudici del tribunale della Libertà, presieduto da Sebastiano Mignemi, che hanno accolto l’istanza di sostituzione della misura presentata dai difensori di fiducia, i penalisti Nino Garozzo e Fabrizio Seminara e l’amministrativista Nunzio Manciagli. Tra la corposa documentazione difensiva prodotta dai legali, anche le dimissioni del funzionario formalizzate nei giorni scorsi. L’indagato ha anticipato il pensionamento, che sarebbe comunque decorso dal primo agosto, solo di qualche mese.
Sostituzione della misura anche per Angelo La Spina, indagato per corruzione e falso pubblico. L’uomo, assistito dal legale Michela Spatafora, si trovava agli arresti domiciliari. I giudici hanno revocato quella misura e l’hanno sostituita con l’interdizione per la durata di un anno dall’esercizio della professione di geometra. Rigettata l’istanza di scarcerazione presentata dal legale Enrico Trantino per l’ingegnere Ferdinando Maria Garilli, indagato per turbativa d’asta. Rimarrà sottoposto alla misura degli arresti domiciliari. L’udienza davanti al Riesame per l’ex primo cittadino Roberto Barbagallo, assistito dall’avvocato Enzo Mellia, si terrà invece il prossimo 20 marzo.
Intanto sembra destinata a riservare nuovi sviluppi l’inchiesta giudiziaria che ha travolto Acireale, raccontata sul mensile “S” in edicola. Sono diversi infatti gli imprenditori convocati nei giorni scorsi in Procura per spiegare la natura dei rapporti con l’ex sindaco, in carcere da quasi 20 giorni. Tre le direttrici su cui l’inchiesta si è mossa. Da una parte le presunte pressioni indebite esercitate su due commercianti da Barbagallo, in concorso con il luogotenente della polizia municipale Nicolò Urso, per ottenere voti per Nicola D’Agostino, candidato alle scorse elezioni regionali.
Roberto Barbagallo: “M’aggiuva ‘na cosa elettorale…mmmm…i dui gemellini…’ca cianu ‘u camiun posteggiato a via San Martino…è senza assicurazione…tantu è abbannunatu dà…ci po’ iri pi’ mpocu spagnarici…ci fai ‘passaggiu…e ci dici…ma stu camiun è senza assicurazione?…luvatulu picchì vu fazzu luvari…accussì!…cusi’ ni venunu a ciccari…”
Nicolò Urso: “Ci passu…ora stissu ci passu”
Dall’altra, funzionari infedeli pronti a chiedere denaro o incarichi in cambio di certificati di collaudo fittizi o contributi finanziari non dovuti. Nel numero di S le intercettazioni captate dai finanzieri raccontano un sistema di favori, scambi di cortesie ed intermediazioni tra dirigenti pubblici e professionisti, e sullo sfondo la pubblica amministrazione usata per fini personali. Emblematica in particolare una delle frasi intercettate negli uffici della Protezione Civile di Acireale. A parlare è il dirigente dell’area tecnica comunale, Salvatore Di Stefano, incaricato di collaudare alcune opere al cimitero. “Mu spieghi esattamente…che cosa sto collaudando”. L’indagato, secondo l’accusa, non si sarebbe mai recato sui luoghi per compiere il collaudo.
Infine il ruolo di Anna Maria Sapienza, consulente tecnico regionale del Coni, che avrebbe abusato del proprio ruolo, determinante per la concessione dei finanziamenti per la ristrutturazione degli impianti sportivi comunali, per ottenere per sé e per i propri collaboratori incarichi professionali remunerati. I particolari dell’inchiesta Sibilla nel numero di “S”.