Meloni e von der Leyen a Lampedusa: stretta sulle partenze - Live Sicilia

Meloni e von der Leyen a Lampedusa: stretta sulle partenze

Sull'isola anche Schifani

LAMPEDUSA – La premier Giorgia Meloni, insieme con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, ha visitato l’hotspot di Lampedusa. Anche il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani si trova a Lampedusa, accompagnato dal capo della Protezione civile regionale, Salvo Cocina. Qualche momento di tensione ha scandito la giornata delle premier sull’isola quando un gruppo di manifestanti ha sbarrato la strada alle auto sulle quali viaggiavano i rappresentanti delle istituzioni.

“Stiamo facendo il possibile”

“Stiamo facendo il possibile”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha cercato di rassicurare un gruppo di cittadini di Lampedusa che hanno sbarrato la strada al convoglio di auto con a bordo anche la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e il ministro dell’Interno Piantedosi, nel tragitto dall’aeroporto all’hotspot. Le decine di manifestanti minacciavano di non liberare la carreggiata senza un colloquio con le autorità.”Ci dovete promettere che la Meloni ci riceve per un breve incontro. Siamo stanchi che quest’isola sia una passerella per tutti”. Lo ha urlato, al megafono, Giacomo Sferlazzo in testa al corteo che ha bloccato il convoglio di auto del premier Giorgia Meloni. “Vogliamo parlare democraticamente – ha ripetuto – prendetevi l’impegno di darci l’opportunità di parlare”. Un appello seguito da uno scrosciante applauso. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, assieme al capo del Viminale, sono scesi, dalle auto e si sono avvicinati alla folla. Decine di cittadini, accalcandosi, si sono avvicinati alle autorità per cercare di capire e registrare cosa stavano per dire. Un paio di isolani hanno anche afferrato per le spalle dei giornalisti e degli operatori e alzandoli di peso e li hanno, con violenza, allontanati. “Sono qui per parlare con noi, sono qui per noi. E non per voi” hanno urlato. La polizia con fatica è riuscita a contenere la folla.

“Brava Giorgia”

Non solo contestazioni all’indirizzo della premier. “Brava Giorgia, brava”. Lo hanno urlato tanti lampedusani cercando di farsi largo per avvicinarsi al premier quando è scesa dall’auto. A contenere la folla è stato Giacomo Sferlazzo che ha parlato per un paio di minuti con il presidente del Consiglio e con il capo del Viminale che non hanno usato il megafono per farsi sentire dai lampedusani che hanno continuato ad incalzare: “Voce, voce”, “Non sentiamo niente”, “Dobbiamo capire anche noi”. I lampedusani non hanno sentito la conversazione con Sferlazzo, ma hanno applaudito il presidente del Consiglio quando è risalita in macchina e hanno continuato ad urlare “Brava Giorgia”. Dopo aver fatto passare il convoglio di auto, dirette all’hotspot di contrada Imbriacola, i lampedusani – oltre mille – sono tornati indietro e si sono radunati nella piazza antistante al Municipio. “Mi ha detto che immediatamente verrà sgomberata l’isola”, ha riferito ai suoi concittadini Giacomo Sferlazzo, capo del movimento politico culturale Mediterraneo Pelagie. “Dobbiamo realizzare un documento unico, firmato da tutti gli isolani – ha concluso Sferlazzo – da consegnare al premier Meloni. Loro si impegneranno, al cento per cento, per venirci incontro e liberarci per una settimana, ma serve fare un documento di tutta l’isola”.

La visita al molo

Dopo un sopralluogo di una decina di minuti all’hotspot per i migranti di Lampedusa, la visita istituzionale sull’isola della premier Giorgia Meloni e della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen si sono spostate al molo di Favaloro, dove arrivano ogni giorno diverse imbarcazioni provenienti dal Nord Africa. Meloni si è fermata a parlare con un pescatore che lamentava le difficoltà degli operatori del settore. “È 20 anni che c’è questa situazione“, ha spiegato l’uomo, dopo aver richiamato l’attenzione della premier che si trovava sul molo di Favaloro assieme alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e al resto della delegazione. Al termine del breve colloquio Meloni si è rivolta al pescatore giungendo le mani davanti al petto. “Ci ha detto che ci farà lavorare”, ha spiegato il pescatore.

Le parole di Meloni

La premier ha fatto il punto sull’emergenza migranti. “Continuo a dire che di fronte ai flussi non risolveremo mai il problema parlando di redistribuzione. L’unico modo di affrontare seriamente il problema è fermare le partenze illegali. Questo è quello che ci chiedono i cittadini ma anche i rifugiati”, ha detto. “Qui è in gioco il futuro che l’Europa vuole darsi: il futuro dipende dalla capacità che Europa ha di affrontare le grandi sfide epocali, e quella delle migrazioni illegali è una di queste. Von der Leyen lo sa bene, l’ho sempre trovata collaborativa e questo è molto importante”, ha aggiunto chiedendo una risposta coordinata. “Credo anche, e ne parleremo in settimana, che un maggiore coinvolgimento delle Nazioni Unite sia assolutamente necessario”, ha detto Meloni. “Nel Consiglio dei ministri di domani porteremo la norma per estendere al massimo consentito dalle regole europee il trattenimento ai fini del rimpatrio di chi arriva irregolarmente in Italia. E daremo mandato al Ministero della difesa di attivarsi immediatamente per realizzare le strutture necessarie”, ha assicurato.

La strategia

“Servono strumenti più efficaci di rimpatrio dei migranti illegali che vengano messi in campo dall’Unione europea e non dai singoli stati nazionali”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dopo la visita a Lampedusa con la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, indicandola fra “le soluzioni, le proposte che l’Italia porta avanti dall’insediamento del nuovo governo, sui cui abbiamo trovato un lavoro comune con la presidente della Commissione europea”. La premier ha parlato di “accordi strutturali con i Paesi del Nord Africa per fermare le partenze e anche per evitare il dramma delle morti in mare; lotta più incisiva contro i trafficanti di esseri umani, anche uniformando le legislazioni dei paesi coinvolti, e abbiamo organizzato la Conferenza su sviluppo e migrazioni anche per lavorare su questo fronte; quote di immigrazione legale concordate soprattutto con i Paesi che collaborano al contrasto della migrazione illegale; una efficace missione europea navale per contrastare gli scafisti e le partenze irregolari; e – ha concluso – strumenti più efficaci di rimpatrio dei migranti illegali che vengano messi in campo dall’Unione europea e non dai singoli stati nazionali”


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