ROMA- Non si placa lo scontro politico sul Mes nella maggioranza. Il M5s insiste nel pronunciare il suo no senza riserve: il capo politico Crimi parla di “fregatura” che da loro non sarà mai votata e il viceministro allo Sviluppo Buffagni, ancora più duro, di “cappio” per strozzare l’Italia tra un po’ di tempo.
Dalla Camera il capogruppo Dem Graziano Delrio chiarisce, tentando di buttare un po’ d’acqua sul fuoco: “Non si mette in discussione nulla, il 99% degli italiani capisce che se non ci sono condizioni capestro il nostro Paese deve usare tutte le risorse necessarie: se ci vengono prestati senza interessi dei miliardi perché non dobbiamo usarli?”. Ma arriva dura la replica del sottosegretario agli Esteri pentastellato Manlio Di Stefano. “Stamattina – dice – ho sentito il capogruppo del Pd Delrio dire ‘il Mes è una disponibilità, secondo me è un successo averlo ottenuto senza condizionalità, ammesso che sia così’.
E la Lega incalza: “Dal governo Conte un vero bavaglio al Parlamento – dice il capogruppo del Carroccio alla Camera Riccardo Molinari al termine della capigruppo – e quindi a tutti gli italiani, che non potrà votare, martedì prossimo in Aula, alcun documento per esprimersi sul Mes. Mentre in tutta Europa la discussione è aperta, in Italia maggioranza e governo impediscono discussione e votazione, sostenuta oggi in capigruppo solo dalla Lega e da Fdi, di un documento di indirizzo sul Mes”.