PALERMO – È tornato libero da alcuni giorni Aldo Licata, arrestato nel corso dell’operazione antimafia “Eden”, che il 13 dicembre scorso avrebbe fatto terra bruciata attorno al super latitante Matteo Messina Denaro. L’accusa nei suoi confronti è di scambio elettorale politico-mafioso.
Il Tribunale del riesame di Palermo ha annullato la misura cautelare per carenza dei gravi indizi di colpevolezza. L’ingegnere Licata (avvocati Giuseppe Ferro e Domenico Ducci) è fratello di Doriana, ex assessore provinciale a Trapani e candidata alle elezioni regionali del 2012 con la lista Mpa. Secondo l’accusa, Aldo Licata si sarebbe rivolto ad esponenti di spicco della famiglia mafiosa di Campobello, i Polizzi, padre e figlio, arrestati nella stessa operazione, per procurare voti alla sorella, non eletta. Pur convinta dell’estraneità del fratello alle ipotesi di reato, Doriana Licata, subito dopo il blitz, si è dimessa dalla carica di vice coordinatrice regionale dei Democratici Riformisti.
Sempre per mancanza di gravi indizi di colpevolezza è stato scarcerato pure Giovanni Faraone, meccanico di Campobello di Mazara, accusato di avere aiutato uno degli arrestati a ritrovare una microspia in macchina. E’ difeso dagli avvocati Francesco Lo Sciuto e Nicolò Scandaliato.
Chi resta in carcere, invece, è Mario Messina Denaro, cugino del latitante, accusato di estorsione ai danni dei titolari di una struttura sanitaria di Castelvetrano. Nei prossimi giorni il Riesame si pronuncerà sulle richieste di scarcerazione avanzate dai legali di Patrizia Messina Denaro e Francesco Guttadauro, sorella e nipote del capomafia.