Messina Denaro, il primo scontro è sulle condizioni di salute

Messina Denaro, il primo scontro è sulle condizioni di salute

La nipote avvocato dubita delle cure, dal carcere la smentiscono

PALERMO – “Gli ho detto che avrà piena assistenza medica”, spiegò Maurizio de Lucia il giorno che arrestarono Matteo Messina Denaro. Parlava a nome dello Stato che lo aveva catturato dopo tre decenni di latitanza. Uno Stato che sa essere giusto e non vendicativo. Le migliori cure, per Messina Denaro così come per tutti gli altri detenuti, sono doverose.

Ma è sul terreno sanitario che si consuma il primo scontro con la difesa. Lorenza Guttadauro, avvocato e nipote del capomafia, parla di “condizioni gravi”. Alimenta il dubbio che il parente (è figlia di Filippo Guttadauro e Rosalia Messina Denaro, una delle sorelle dell’ex latitante) non venga sottoposto a cure adeguate.

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Una secca dichiarazione, la sua, rilasciata al telefono di una giornalista di Rai News, a cui a stretto giro di posta segue la risposta del carcere de L’Aquila (qui l’elenco di tutti i siciliani detenuti al carcere duro) : “Le condizioni generali del paziente sono buone”, commentano fonti sanitarie e carcerarie.

Come sta Messina Denaro?

Affetto da un tumore al colon, per cui mentre era ricercato è stato operato due volte all’ospedale Abele Ajello di Mazara del Vallo e alla clinica La Maddalena di Palermo, il boss si è già sottoposto a due cicli di chemioterapia. Lo ha fatto in un ambulatorio ad hoc ricavato di fronte alla sua cella.

“Il paziente viene seguito con puntualità e sta facendo terapie neoplastiche ambulatoriali che sono compatibili con la sua malattia”, replicano i sanitari a Guttadauro. “Se fosse servito il ricovero, avrebbe fatto cure in ospedale”, aggiungono ancora fonti sanitarie. Son parole che tradiscono una certa irritazione.

Messina Denaro ha un tumore. Al momento, però, le sue condizioni generali sono buone e non hanno risentito degli effetti collaterali che spesso si presentano dopo la chemioterapia. Il procuratore Maurizio de Lucia e l’aggiunto Paolo Guido lo hanno constatato con i loro occhi il girono dell’interrogatorio, tanto che Messina Denaro ha risposto per circa un’ora alle domande che gli sono state rivolte.

Un faccia a faccia inevitabile, quello di lunedì, che non avrebbe portato novità di alcun genere al lavoro dei pm. Di certo, non sembra l’avvio di una collaborazione con la giustizia.


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