"In affari con Messina Denaro"| Cade l'accusa, consigliere assolto - Live Sicilia

“In affari con Messina Denaro”| Cade l’accusa, consigliere assolto

Salvatore Pizzo

Salvatore Pizzo (nella foto) era rimasto in carcere per più di due anni.

PALERMO - LA SENTENZA
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Gli avvocati Claudio Gallina Montana e Vito Agosta

PALERMO – Assoluzione confermata. Anche in appello non reggono le accuse nei confronti di Salvatore Pizzo, ex consigliere comunale di Terrasini. Gli contestavano il concorso esterno in associazione mafiosa per avere fatto affari con Matteo Messina Denaro. Nei mesi scorsi era stato assolto dal Tribunale e subito scarcerato, dopo essere rimasto più di due anni in cella. Per lui era stata chiesta una condanna a dodici anni.

Il nome di Pizzo saltò fuori in un blitz del dicembre 2012. La mafia aveva messo gli occhi sulle energie alternative. Matteo Messina Denaro, tramite le famiglie mafiose di Castelvetrano e Salemi, avrebbe controllato il business dei parchi eolici. In particolare, gli investigatori si erano concentrati sull’imprenditore salemitano Salvatore Angelo a cui è stato sequestrato un patrimonio milionario. Lo consideravano la pedina intorno alla quale ruotava il sistema societario con cui il clan mafioso si sarebbe infiltrato nei progetti di realizzazione dei parchi eolici di San Calogero di Sciacca (Ag), Eufemia di Santa Margherita Belice (Ag) e Contessa Entellina (Pa). La misura di prevenzione nei confronti di Pizzo fu respinta.

Nell’inchiesta finì coinvolto pure Pizzo, eletto alle amministrative 2011 e rimasto in carica fino al marzo 2012 quando il Tar ribaltò i risultati, sancendo il cambio di otto consiglieri. Pizzo sarebbe intervenuto, sosteneva l’accusa, per favorire la mafia trapanese in un grande affare a Catania.

I difensori, gli avvocati Claudio Gallina Montana e Vito Agosta, hanno contestato la ricostruzione dell’accusa, sostenendo che l’imputato avesse lavorato con professionalità senza neppure immaginare lo spessore criminale di alcuni personaggi. La quarta sezione della Corte d’appello, presieduta da Mario Fontana, ha dato ragione alla difesa.


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