PALERMO – Matteo Messina Denaro si è lasciato morire prima che il tumore avesse il sopravvento. Già nelle scorse settimane, quando le sue condizioni non erano ancora peggiorate, aveva iniziato a non mangiare. Infine è stata rispettata la volontà espressa dal capomafia nel testamento biologico: niente accanimento terapeutico e sospensione dell’alimentazione parenterale.
Il tumore al colon aveva ormai tracciato il percorso verso l’inevitabile. Non era più curabile. Sarebbe stata solo questione di tempo. Messina Denaro ha deciso di non aspettare, di anticipare il decorso della malattia. In fin dei conti di scegliere quando morire. Una scelta lucida la sua, dunque, le cui ragioni restano private e insondabili. Durante le fasi in cui era sottoposto alle terapie del dolore Messina Denaro chiedeva di essere svegliato solo quando nel reparto detenuti del carcere de L’Aquila arrivava la nipote Lorenza Guttadauro, che è stato anche il suo legale. Si sono confrontati e consultati a lungo.
Nell’ultimo periodo non ha incontrato la figlia Lorenza, che ha preso il cognome del padre pochi giorni prima di morire. Il loro è stato un rapporto molto conflittuale, segnato da una frattura che sembrava insanabile. Il padre ne criticava le scelte di vita. Eppure dopo il primo colloquio avuto in carcere le cose sono cambiate. È riesploso l’amore.
Oggi è stata eseguita l’autopsia sul corpo di Messina Denaro. Dopo che il medico legale darà un primo responso sulle cause del decesso (non sarà quasi certamente la patologia tumorale), la magistratura rilascerà il visto per il trasferimento della salma a Castelvetrano. Un viaggio che sarà fatto in macchina. Il carro funebre sarà scortato dalle forze dell’ordine. Poliziotti e carabinieri faranno la staffetta durante il tragitto. Ci sono ragioni di ordine pubblico. La salma potrebbe arrivare già domani mattina in Sicilia.
Il questore di Trapani ha vietato il funerale pubblico per il boss. Le esequie, dunque, si svolgeranno in forma privata nel camposanto del paese in provincia di Trapani.