MESSINA – E’ un Arturo Di Napoli inedito quello che parla dopo la pesante sconfitta rimediata a Caserta. Il tecnico sempre orgoglioso del proprio gruppo e che difende la sua squadra, lascia spazio alla versione trascinata dall’amarezza e della rabbia verso chi si è montato la testa.
Il 4-1 del “Pinto” è figlio delle ingenuità e degli errori individuali di troppo giocatori e adesso il tecnico milanese fa la voce grossa: “Siamo rimasti in partita fin quando la Casertana non ha dilagato e noi abbiamo mollato – ha dichiarato il tecnico a Radio Amore – Berardi è un ragazzo d’oro ma è recidivo e queste cose mi fanno davvero molto arrabbiare. Andare a colpevolizzare uno solo è sbagliato, ma non si possono regalare uomini alla Casertana in questo modo, ci vuole rispetto verso chi fa chilometri per venirci a vedere. Si può perdere una partita ma non così”.
Errori che hanno spianato la strada ai campani, ma il tecnico si focalizza sull’atteggiamento di qualche elemento da qualche settimana a questa parte: “Ho già parlato con la proprietà, le mie idee sono abbastanza chiare – ha dichiarato – purtroppo c’è chi ancora non si è calato nella nostra mentalità. Abbiamo avuto degli infortuni che ci hanno penalizzato, basti pensare a Gustavo e Tavares, noi abbiamo costruito le nostre fortune sulla difesa e non abbiamo avuto Palumbo e Martinelli. L’atteggiamento di qualcuno però inizia a darmi noia, abbiamo cercato di mettere la polvere sotto il tappeto finchè si è potuto fare, ma adesso mi sono stancato”.
E adesso si avvicina un mercato che potrebbe stravolgere il volto del Messina: “Sono in sintonia con la proprietà, lì davanti continuiamo a soffrire e dobbiamo intervenire. Purtroppo qualcuno dovrà essere sacrificato, non ci possiamo permettere che il nostro giocatore più pagato sta fermo per 4 mesi. Dopo il derby con il Catania qualcuno ha mollato, l’aver giocato davanti a 20 mila persone deve aver fatto male, io ho cercato di tenere alta l’attenzione. Nulla è compromesso, però mi sono stancato e non voglio lasciare alibi. Serve essere onesti – ha continuato – rischiamo di compromettere quanto di buono abbiamo fatto sin qui”.
