Messina, il ddl per superare le baraccopoli arriva in Aula - Live Sicilia

Messina, il ddl per superare le baraccopoli arriva in Aula

Vi abitano ancora duemila famiglie

MESSINA Le baracche non saranno più quelle del 1908 ma ancora ci sono sparse per la città, nonostante l’incisivo lavoro dell’Agenzia comunale A.Ris.Me che sta escogitando, dal suo insediamento a marzo 2019, alternative abitative per chi popola le casupole abusive con il metodo degli appartamenti in compravendita da privati.     

In un mondo perfetto, la Legge speciale sul Risanamento di Messina per distruggere la baraccopoli e riqualificare le aree su cu ricade sarebbe stata approvata in un batter d’occhio ma il vero passo avanti sarà fatto fra poche settimane. Si avrà entro oggi il testo base per discuterne, il prossimo 24 maggio, in Aula a Montecitorio e votarlo il 25 maggio, così come previsto dal calendario dei lavori. A rivelarlo è la parlamentare messinese alla Camera di Forza Italia, Matilde Siracusano che è stata la prima proponente e relatrice del disegno di legge, seguita da Pietro Navarra in quota Pd e Francesco D’Uva – M5S. Per saltare gli indugi sull’incostituzionalità del provvedimento, ci sono stati i contributi di prestigiosi costituzionalisti. Si è raggiunta una intesa tra i Governi centrale e siciliano che decolla dal presupposto che, nel testo unico, ci sarà la figura di un Commissario Straordinario con poteri speciali, nominato dal Ministro per il Sud che interverrà di concerto con la Regione.      

Si è costituito,per la prima volta lo scorso martedì, il comitato ristretto in Commissione Ambiente alla Camera per questa proposta di legge che vuole il “risorgimento” socio – economico di alcuni quartieri degradati. «E’ stata una giornata importante per la Sicilia anche perché,in quella sede, ho comunicato l’accordo politico tra i deputati proponenti», osserva Siracusano.

Il panorama delle baracche a Messina è variegato: ci sono ancora circa 2000 nuclei famigliari, in altrettante baracche, da sistemare altrove. L’Agenzia Comunale ad hoc, con a capo il Presidente Marcello Scurria e il suo Cda, ha permesso di fornire una nuova casa a ciascuna delle 197 famiglie, con una previsione di chi manca in questo numero al 31 maggio. Altre 100 avevano sgomberato le baracche con l’Istituto Autonomo Case Popolari e altre 100 con il progetto “Capacity”, che è stato finanziato nel mandato dell’ex Sindaco Accorinti e diventato esecutivo con l’Amministrazione De Luca. Situazioni limite permangono in alcuni villaggi e quartieri, come nel caso della V Circoscrizione, dove in mezzo alle baracche, si creano discariche abusive, complice l’avvento della raccolta differenziata (bizzarro a dirsi): in certe zone, come all’Annunziata parte alta (in Via 150/A) e al Rione Santa Chiara, la messa a regime della selezione rifiuti ha fatto sì che l’inciviltà del singolo peggiorasse. La denuncia agli organi competenti da parte del Presidente della Commissione Ambiente e Territorio circoscrizionale Franco Laimo ha mobilitato la bonifica che dovrà essere effettuata a giorni, tramite la società di nettezza urbana Messina Servizi Bene Comune. Nel frattempo, a “fare bella mostra” di sé sono materiali inerti, vecchia mobilia e spazzatura di ogni tipo, per compensare la rimozione dei cassonetti stradali.

«Le infrastrutture, soprattutto quelle strategiche e nel Mezzogiorno d’Italia –aggiunge Siracusano -, si iniziano e si completano,solo se c’è una determinazione dei partiti. E noi di Forza Italia riteniamo che il Governo debba averla proprio sul tema del Ponte». 

I dettagli della sua fattibilità finiranno sul tavolo delle Camere, pare, entro la fine del mese, secondo il Ministro del Sud che invoca una trasversalità politica. Questo non è per un capriccio ma dovrebbe scongiurare che il progetto venga sposato da chi sta al potere per una legislatura e insabbiato da chi, in un momento seguente, lo sostituisce.

In tema di baraccopoli, si doveva trovare una quadra al di là dello stato d’emergenza richiesto, tempo fa, dal Sindaco di Messina Cateno De Luca. Un traguardo indispensabile si avvicina per la nostra città.«Dopo parecchi rinvii che hanno ingiustamente intralciato la risoluzione di questo dramma– chiosa Siracusano -, il Meridione ha bisogno di risposte e opportunità. Il Ponte sullo Stretto e il risanamento delle zone indigenti di Messina pesano ugualmente sulla bilancia e sono due chiavi per rinascere”.

Per costruire la mega opera, ilPnrr non può rispettare non tanto la copertura dei costi quanto il periodo degli eventuali lavori (da concludere entro il 2026, secondo programma europeo). Però la Commissione di valutazione sui progetti ha preparato il documento che dovrà essere esaminato dalle Camere.

Certo, non basta che il Ministro Carfagna reputi che il Ponte sia un’infrastruttura strategica. “Senza soldi non si canta messa” recita il proverbio (dal latino al siciliano): tutto acquista immobilismo senza quel denaro che potrebbe essere scovato tra i capitoli nazionali e il progetto deve brillare dall’esperienza delle menti italiane, perfettamente all’altezza di fare tutto e distinguersi su scala globale, come ha ribadito, ieri a Messina, il viceministro del Mims Alessandro Morelli. Lo svolgimento di questa bozza di lavoro andrebbeincoraggiato da un’alleanza come garanzia che sia portato a compimento con tutti i suoi servizi e posti di lavoro e non resti un cantiere aperto, ricordando per esempio gli svincoli autostradali e lo Stadio “Franco Scoglio” senza copertura.


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