Messina, nuovo tracollo |Anche il Lecce ne fa tre - Live Sicilia

Messina, nuovo tracollo |Anche il Lecce ne fa tre

Caturano domina la scena, i peloritani rimediano lo stesso risultato di Melfi.

calcio - lega pro
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MESSINA – Finisce con i giocatori del Messina a corricchiare in mezzo al campo per volontà di Lucarelli, con la curva che fischia la squadra. Logico epilogo di un pomeriggio da dimenticare al “Franco Scoglio”, con il Lecce capolista che passeggia per 0-3. La doppietta di Caturano, il primo al 19′ su un discutibile rigore e al 79′, e il gol di Persano al 45′ regalano i tre punti alla squadra di Padalino e mandano all’inferno un Messina senz’anima. Lucarelli mischia le carte affidandosi al 4-4-2 con Bruno e Rea centrali, Grifoni e De Vito terzini con Musacci e Mancini in cabina di regia. Sugli esterni agiscono Ionut e Marseglia, con la coppia Pozzebon-Milinkovic a guidare l’attacco.

L’inizio però è tutto di marca salentina, con Persano che al 13′ raccoglie una respinta dei siciliani su corner, ma la sua botta è deviata di nuovo in angolo da un difensore del Messina. Al 16′ Mancini perde un pallone sanguinoso al limite dell’area, ne approfitta Vutov che portandosi la palla sul destro calcia in diagonale mandando la sfera di poco a lato. Al 19′ il Lecce passa, con il direttore di gara che indica il dischetto su un fallo di mano di De Vito su una conclusione di Vutov. Decisione discutibile, sia per la distanza ravvicinata tra i due giocatori che per il braccio abbastanz attaccato al corpo del giocatore siciliano. Dagli undici metri va Caturano che calcia sulla destra e spiazza Berardi.

Al 22′ però il Messina potrebbe già pareggiare grazie a Milinkovic che si presenta in area, scarta Gomis, ma clamorosamente non calcia, graziando i salentini. Nell’occasione arrivano le proteste dei siciliani, con Milinkovic che sarebbe stato toccato da Cosenza: proteste che sembrano legittime. Il Messina però non sfrutta l’occasione e scampato il pericolo il Lecce ritorna a fare gioco, dando l’impressione di poter far male ad ogni affondo. Al 26′ Grifoni è costretto a dare forfait, con Lucarelli che si gioca la carta Ferri passando al 3-4-3. Fiordalino ci prova al 39′ dalla lunghissima distanza senza inquadrare la porta. Al 45′ arriva il raddoppio ospite, De Vito perde un pallone sanguinoso in mezzo al campo scatenando il contropiede lecce che si concretizza con la botta di Persano dalla destra che batte Berardi sul primo palo.

È il colpo del ko per il Messina che deve rimettere in senso le idee durante l’intervallo. La squadra di Lucarelli però rientra in campo con l’atteggiamento di chi è già rassegnato alla sconfitta, Milinkovic e Pozzebon fanno a gara a chi ne azzecca di meno, ma è in generale tutta la squadra a sembrare ormai rassegnata. Il Lecce controlla senza problemi, facendo calare il sipario al 74′ con Caturano, che da due passi insacca di testa sfruttando un cross dalla sinistra con la difesa siciliana completamente ferma.

Una squadra priva di mordente e con qualche giocatore di troppo evidentemente con la testa altrove, ecco il Messina che rimedia il secondo ko di fila dopo quello di Melfi, incappando nell’ennesima prestazione ai limiti della decenza. Il Lecce passa senza difficoltà al “Franco Scoglio” e adesso la trafserta di Cosenza non sembra mai stata così proibitiva.

TABELLINO

MESSINA-LECCE 0-3 (19’ Caturano (rigore), 46’ pt Persano, 78′ Caturano)

Messina (4-4-2): Berardi; Grifoni (dal 26’ pt Ferri), Rea, Bruno, De Vito; Ionut (dal 21’ st Saitta), Musacci, Mancini, Marseglia (dal 29’ st Madonia); Milinkovic, Pozzebon. In panchina: Russo, Mileto, Rafati, Bramati, Ferri, Palumbo, Ricozzi, Lazar, Gaetano, Foresta. Allenatore: Cristiano Lucarelli

Lecce (4-3-3): Gomis; Ciancio, Cosenza, Drudi, Contessa; Vutov (dal 18’ st Lepore), Fiordilino, Tsonev (dal 25’ st Mancosu); Persano, Caturano (dal 38’ st Freddi), Doumbia. In panchina: Bleve, Chironi, Vitofrancesco, Arrigoni, Torromino, Pacilli, Giosa, Vinetot, Maimone. Allenatore: Pasquale Padalino.

Arbitro: Giosué Mauro D’Apice. Assistenti: Riccardo Fabbro di Roma e Tommaso Diomaiuta di Albano Laziale

Ammoniti: Cosenza, Marseglia, Musacci, Ionut.


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