MESSINA – Che la strada fosse in salita lo si era capito già durante il dibattimento, con la richiesta della Procura Federale di 4 anni all’indirizzo di Arturo Di Napoli. La mano pesante è stata utilizzata anche dalla Corte Federale, che ha accolto in toto la richiesta della Procura infliggendo proprio 4 anni di squalifica e un’ammenda di 35 mila euro al tecnico milanese, nell’ambito dell’inchiesta sul calcioscommesse. I fatti, com’è noto, riguardano l’avventura di Re Artù sulla panchina del Savona, in modo particolare la sfida sul campo de L’Aquila che per la Procura è stata “combinata”. Adesso il Messina dovrà fornteggiare un’emergenza non da poco, visto che Di Napoli non potrà più sedere sulla panchina peloritana. Una situazione che però era stata messa in preventivo, perchè al di là delle dichiarazioni di facciata le chace d’assoluzione erano veramente ridotte al lumicino, soprattutto dopo la pesante richiesta della Procura.
Il ritardo con cui è uscita la sentenza aveva fatto in qualche modo sperare che alla Corte Federale i conti non tornassero, che le prove esposte dalla Procura Federale non fossero così schiaccianti come sembrava. Invece no, Arturo Di Napoli non potrà sedere più sulla panchina del Messina e salvo clamorose novità, al suo posto ci sarà il vice Lello Di Napoli.
Il Messina ha voluto prendere posizione dopo l’annuncio della squalifica di Di Napoli, con un comunicato apparso sul sito ufficiale del club: “L’ACR Messina, nel prendere atto del dispositivo emesso in data odierna dal TFN, avverte l’assoluta necessità di rivolgere un pensiero ad Arturo Di Napoli che resta, in modo indelebile, uno dei principali artefici della rinascita calcistica della nostra città con la speranza che possa chiarire la sua posizione in sede di appello. L’ACR Messina coglie l’occasione per rendere noto che è stato convocato un Consiglio d’Amministrazione, che si terrà nelle prossime ore, per adottare le necessarie deliberazioni inerenti la guida tecnica della prima squadra“.
Nel frattempo sono arrivate per intero le sentenze relative al caso “Dirty soccer”, che coinvolgono anche l’Akragas. Il club biancoblu ha ricevuto una penalizzazione di tre punti, a causa del coinvolgimento nel caso di Salvatore Astarita, che all’epoca dei fatti era tesserato proprio con il Gigante. Con l’aggiornamento della classifica, la formazione di mister Rigoli scende in piena zona retrocessione, al quintultimo posto.