CATANIA – Un’infrastruttura fondamentale per la mobilità dei catanesi. Un’opera che, dopo un’attesa di quasi vent’anni, nell’ultimo periodo ha vissuto una sorta di sprint, diventando da mezzo di trasporto urbano (le fermate, appena 5, toccavano solo una porzione della città) mezzo di trasporto realmente alternativo. Non senza sforzi, non solo economici. Di metropolitana, mobilità e futuri sviluppi, parla il direttore generale di Fce, Alessandro Di Graziano che, da cittadino, esprime anche un desiderio.
Direttore, la nuova tratta della metropolitana ha reso l’infrastruttura più funzionale. Ma è stato necessario attendere quasi vent’anni.
Dal 31 marzo la metropolitana di Catania permette di spostarsi da Nesima a Stesicoro per un percorso complessivo di quasi 9 km. Nel giro di qualche mese la mobilità della nostra città ha cambiato volto e Ferrovia Circumetnea non può che essere fiera di essere il motore di tale cambiamento. È vero, gli anni di attesa sono stati tanti, il percorso è stato parecchio accidentato ed in tal senso basta ricordare le criticità nei lavori e le difficoltà delle aziende interessate nell’esecuzione, ma posso assicurare che dietro tutti questi eventi si sono raccolte amarezze, preoccupazioni, responsabilità di quanti hanno creduto ed oggi credono ancora di più che anche in Sicilia è possibile fare opere che cambino, decisamente in meglio, la qualità della nostra vita.
Cosa pensa dell’azienda che gestisce ormai da parecchio tempo?
In questi tre anni ho avuto l’onore di poter dirigere un’azienda che ha un gestore innamorato del proprio lavoro e prima di tutto un signore e un maestro, un gruppo di dirigenti che giornalmente trasmettono l’energia e la passione per quello che fanno, personale che con fierezza porta con sé la divisa, il cappello o semplicemente il badge di un’azienda che considera casa propria. Tutti questi elementi permettono a Circumetnea di essere una struttura che si impegna giornalmente per fornire un servizio pubblico al meglio, sempre cosciente che il suo esserci è legato a chi trasporta. Ma la metropolitana a Catania non è solo questo, è la fatica di tutti i lavoratori delle imprese che hanno partecipato a realizzarla, il senso di responsabilità dei tantissimi funzionari pubblici che si sono interfacciati con quest’opera, la convinzione di tutte le istituzioni che sia una infrastruttura fondamentale per il nostro territorio. È proprio per questa incredibile coesione che ognuno di noi deve considerare la metropolitana come una grande opportunità per la nostra città e come molte opere nella nostra terra occorrerà lottare con i denti per difenderla innanzitutto da noi stessi.
Un’opportunità di cambiamento che, però, presenta ancora problemi. Pensiamo agli ascensori non sempre funzionanti, alle barriere architettoniche, al contesto circostante (che, chiaramente, non dipende la lei).
Tante cose dovranno essere migliorate per garantire un servizio sempre più vicino alle esigenze del territorio (tra le altre l’apertura delle stazioni Porto e Cibali, facilitare l’accesso a tutti, l’apertura nei festivi) ed è per questo che le giuste critiche devono o dovrebbero confrontarsi con la voglia di fare e migliorarsi di chi lavora in metropolitana, lasciando alle spalle il più classico fatalismo siciliano del tanto non cambierà mai nulla. Non solo, dovrà migliorarsi la città stessa per cucire sempre più le stazioni con il tessuto urbano e con i parcheggi. Abbiamo la possibilità di liberare le nostre strade e piazze ad una vivibilità diversa, dobbiamo sfruttare questa possibilità.
Conferma le prossime tappe annunciate dal commissario governativo Virginio Di Giambattista?
Fra un anno la metropolitana arriverà a Monte Po’ allungandosi di altri due chilometri, nel frattempo in Circumetnea si guarda già oltre lavorando per appaltare già quest’anno le tratte fino a Misterbianco e all’aeroporto. Nel frattempo, tanti catanesi avranno la possibilità di cambiare le proprie abitudini. Credo che il rispetto della tempistica dimostrato dalla Circumetnea in questi ultimi anni possa rendere fiduciosi sulla ulteriore crescita della metropolitana e con essa della città.
Da cittadino, da catanese e non solo da direttore della Fce, pensa che Catania possa cambiare in termini di mobilità?
Nelle società più evolute, il livello di sviluppo di un territorio si misura dal numero di autoveicoli che in esso non circolano, e per fortuna è sempre più chiaro a tutti che da una mobilità più sostenibile passa la crescita di tutti gli altri indicatori di sviluppo urbano. Catania è una delle poche città italiane ad avere una metropolitana, abbiamo il mezzo per migliorare insieme la nostra città e costruire un modo diverso di viverla.
Lei è anche docente di infrastrutture e sistemi di trasporto. Quali proposte farebbe per migliorare la mobilità a Catania?
Penso sia avvertita da più parti l’esigenza di creare le condizioni affinché ci sia una struttura, una sorta di agenzia della mobilità, che abbia strumenti e attribuzioni per garantire l’integrazione tra tutti i sistemi di trasporto (treni, metro, bus, autovetture ma anche taxi, macchine condivise, biciclette) così da poter correre verso un nuovo modo di muoversi nella nostra città e al contempo rigenerare gli spazi che non servono più alle macchine.