"Sono competente e vincerò | Perché non votare Musumeci e M5s" - Live Sicilia

“Sono competente e vincerò | Perché non votare Musumeci e M5s”

Intervista a Fabrizio Micari. “I sondaggi? Con le liste cambia tutto. Il centrodestra si sfascerà. Con Cancelleri un barista in giunta”

PALERMO – “La Sicilia ha bisogno di competenza. Io sono la persona giusta”. Il candidato del centrosinistra Fabrizio Micari sembra credere nella rimonta. “Indietro nei sondaggi? La gente non mi conosceva, ma sto girando tutta la Sicilia”.

È la prima campagna elettorale per lei. Da aspirante governatore, poi. È faticosa?

“No affatto, anzi mi sto divertendo moltissimo. Sto incontrando tanta gente e sempre diversa. Pensi che in un solo giorno sono passato da un incontro con Federanziani a quello con i pediatri siciliani”.

Magari sono meno divertenti le notizie che sono arrivate ieri da Catania: il Tar ha respinto il ricorso contro l’esclusione della lista “Micari presidente” nel collegio di Messina…

“Una pronuncia un po’ strana, visto che secondo i miei avvocati non è quello il tribunale competente dal punto di vista territoriale. Ma sono fiducioso: pendono due ricorsi a Palermo su cui i giudici si esprimeranno probabilmente già oggi. Vedremo”.

Al di là delle pronunce dei giudici, lei pensa che tutta la questione riguardante le liste che la sostengono sia stata gestita nel migliore dei modi?

“Per me si è trattata, come si diceva prima, di una prima volta. Credo comunque che quello delle liste sia uno dei momenti più delicati. Penso che le discussioni e i contrasti siano del tutto fisiologici, all’interno di una coalizione. Forse mancano solo dalle parti dei Cinque stelle. Ma solo perché lì c’è una lista unica e non si discute nemmeno”.

Forse nel vostro caso siete andati un po’ oltre le discussioni fisiologiche…

“A volte i confronti sono stati anche duri, pesanti. Ma le ‘nottate’ di questo tipo credo facciano parte della storia della politica, a tutti i livelli”.

Crede però di essere stato danneggiato da tutta la vicenda relativa alla lista Arcipelago? Crocetta si è detto ‘vittima’, insieme a Raciti e proprio a lei. Si sente una vittima?

“Guardi, io non voglio entrare nel merito di tutte queste discussioni interne alle coalizioni, che siano di centrosinistra o di centrodestra. Ai siciliani di queste cose non interessano affatto. Le persone che incontro chiedono altre cose”.

Cosa chiedono?

“Lavoro, soprattutto lavoro. La gente non ce la fa più. E i ragazzi sono costretti ad andare fuori. E parlo di tutti i ragazzi. L’altro giorno ero a un aperitivo nel centro della città, in quella che definiscono la ‘Palermo bene’: ecco, anche i figli di quelle persone erano stati tutti costretti ad andare via”.

Qual è la sua risposta a chi chiede lavoro?

“Dobbiamo potenziare l’impresa siciliana, fornendo i servizi. La Regione deve creare le condizioni perché queste aziende crescano, agganciandoci ai primi segnali di ripresa, a questa parvenza di miglioramento. Bisogna puntare sulle infrastrutture, sul credito, sulla semplificazione burocratica e sul rilancio della Formazione professionale. Le imprese, da chi produce pomodori a chi esporta fiori, in Sicilia esistono. Io ne sto incontrando molte. E proverò, da governatore, ad aiutarle”.

Le abbiamo sentite spesso queste cose. Con quali soldi si fa tutto questo?

“Le risorse ci sono: la Sicilia potrà contare su circa 15 miliardi di euro da investire. E nel frattempo, il bilancio è stato risanato”.

Grazie all’assessore Baccei che lei intende confermare all’Economia. È questo il segnale di “discontinuità” col governo di Crocetta?

“Io vorrei ricordare che la Sicilia pochi anni fa era a un passo dal fallimento. Adesso abbiamo un bilancio solido e grazie a questo si possono iniziare a fare alcune cose, come il riconoscimento degli aumenti per i lavoratori regionali. Discontinuità non vuol dire distruggere tutto ciò che c’era prima”.

Perché la gente dovrebbe fidarsi? Perché dovrebbe votare lei come presidente della Regione?

“Perché alla Sicilia, lo sanno anche i siciliani, oggi serve competenza. E io sono competente, sono la persona giusta”.

Ma i sondaggi la danno molto indietro rispetto ai suoi rivali. Non è preoccupato?

“Veramente l’ultimo sondaggio dà numeri molto confortanti che stanno preoccupando anche gli altri candidati”.

Si riferisce a quel sondaggio sulle liste, orfano di padre? Non si sa nemmeno quale istituto lo abbia portato avanti. Lei ne sa qualcosa?

“Il sondaggio mi è stato girato dal Partito democratico. Ma non è importante questo. Gli altri sondaggi sono il frutto di una operazione intelligente da parte dei miei avversari: hanno fatto le prime rilevazioni a inizio settembre, quando era normale che la gente mi conoscesse, soprattutto in alcune parti della Sicilia, un po’ meno degli altri. Poi, quei primi sondaggi hanno creato una specie di clima, di tendenza. Ma il meccanismo del voto in Sicilia è diverso da quello che raccontano quei sondaggi: a giocare un ruolo decisivo saranno anche le liste. Le liste adesso ci sono e le cose cambieranno”.

Allora le chiedo, perché i siciliani non dovrebbero votare per gli altri rivali? Cominciamo con Giancarlo Cancelleri…

“La storia e i risultati amministrativi del Movimento cinque stelle parlano da soli. E poi, diciamoci la verità, se nominano un barista alle Infrastrutture come pensano di fare svoltare davvero la Sicilia?”.

Musumeci?

“Credo che non eserciti alcun controllo sulla sua coalizione, che è tra l’altro assai più litigiosa della nostra. Sono certo che, se dovesse mai vincere lui, già il 6 novembre quell’alleanza si sfascerà. E poi non dimentichiamo che di quel progetto fa parte molta gente che ha già avuto la possibilità di amministrare. Sono loro, in alcuni casi, i responsabili dei problemi che bisognerà risolvere: dal precariato alla Formazione, per arrivare alla Sanità…”.

Si riferisce al suo ex collega Lagalla?

“Mi riferisco ai governi di Cuffaro. Se il bilancio è andato fuori controllo si deve a quella stagione politica”.

C’è poi Fava…

“…che scambia una lettera di commiato ai colleghi con una manovra elettorale…”.

A proposito di Università: non pensa che fosse più giusto dimettersi dal ruolo di rettore?

“Io non ero obbligato a farlo. E mi sono ‘sospeso’, andando in congedo, per ragioni di opportunità”.

Qualora non diventasse governatore, come immagina che sarà il suo rientro all’Università?

“Premesso che io sono certo di poter vincere, nella remota ipotesi che ciò non accada, non penso che avrò alcun problema: la mia è stata e continuerà a essere una campagna elettorale gentile, basata sui contenuti. Del resto, in passato non mi sembra ci siano stati grossi problemi”.

A cosa si riferisce?

“Lagalla fu assessore di Cuffaro e poi ebbe a che fare da rettore con Lombardo e Crocetta…”.

Si aspettava di più da Leoluca Orlando? L’ha sostenuta come lei pensava? O si è sentito mai mandato un po’ allo sbaraglio, lasciato un po’ da solo?

“L’apporto di Orlando è stato per me assolutamente decisivo. La mia stessa candidatura è il frutto di un confronto con lui. Certo, rispetto al primo giorno le cose hanno avuto una loro evoluzione. Sono certamente cambiate. Ma il rapporto tra me e lui rimane saldo. Anzi, saldissimo”.


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