Miccichè, il dietrofront e la riunione disertata dai deputati - Live Sicilia

Miccichè, il dietrofront e la riunione disertata dai deputati

Il coordinatore sembra non controllare più il gruppo azzurro.
FORZA ITALIA
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PALERMO – La montagna ha partorito il topolino. La riunione convocata dal coordinatore azzurro Gianfranco Miccichè viene in buona parte disertata dai deputati forzisti: sono solo quattro su tredici quelli che rispondono all’appello.

Presenti Nicola D’Agostino, Tommaso Calderone, Michele Mancuso e Margherita La Rocca Ruvolo in veste però di colomba perché molto critica sulla rottura auspicata nei giorni scorsi (“non bisogna litigare, le fronde non possono fare bene a nessuno” è il mantra che ripete). A conti fatti, Miccichè incluso, il coordinatore può contare su 4 deputati. E questa è una prima rappresentazione plastica di come siano mutati i rapporti di forza nel gruppo azzurro con evidente riallineamento sul presidente della Regione Renato Schifani. 

La Rocca Ruvolo e l’ipotesi assessorato

 In primis La Rocca Ruvolo. Potrebbe essere lei il nuovo assessore alla sanità in quota forzista? Le quotazioni salgono di ora in ora, ipotesi corroborata dal fatto che l’onorevole, presidente della commissione Sanità nella scorsa legislatura rientrerebbe nello schema dei deputati assessori (competenti) tracciato da Schifani. Ma che la deputata e sindaca di Montevago a domanda diretta smentisce. “Mi sento onorata ma ho preso un impegno un anno fa con una comunità che mi ha voluta nuovamente alla guida della città, un impegno che intendo onorare”, dice La Rocca Ruvolo a Live Sicilia.

Il dato politico e la rinuncia della partita all’Ars

Nel gruppo le bocche restano cucite, ma il dato politico rimane abbastanza evidente (Miccichè non ha più la maggioranza del gruppo) e certificato dal comunicato stampa che viene inviato a riunione conclusa. “Continuo a percepire una costante preoccupazione circa la mia possibile rielezione a Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana. Così come tutti sanno, io sono una persona seria e 5 anni fa fui eletto su indicazione della maggioranza. Sono sicuro che anche questa volta sarà eletto il deputato indicato dalla nostra coalizione. Vorrei quindi rassicurare il presidente della Regione: non sono necessarie dimissioni perché io non sarò candidato alla Presidenza dell’Ars”, dichiara Miccichè forse consapevole, pallottoliere alla mano, che i numeri in aula sarebbero tutt’altro che scontati.

La trattativa si sposta su altri fronti

I giochi non sono comunque conclusi e c’è il tempo (e lo spazio) anche per fare rientrare alcuni malesseri. Assessori a parte, si andrà a trattare su diversi fronti: in ballo c’è la vice presidenza dell’Ars, l’ufficio di presidenze e le presidenze delle Commissioni. Un gioco di incastri che consente di sanare vari strappi. Nel frattempo dal quartiere generale di Schifani trapela “assoluta serenità”. E la conferma che la posizione del presidente Schifani resta immutata: se viene meno la maggioranza in aula rassegna le dimissioni, non per una questione di tipo personale ma prettamente politica. To be continued. 


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