Miccichè: volevano inchiodarmi a Roma, vorrei un confronto con Schifani - Live Sicilia

Miccichè: volevano inchiodarmi a Roma, vorrei un confronto con Schifani

Parla il coordinatore di Forza Italia in Sicilia

PALERMO – “Della Meloni non parlo. Però è chiaro che sto subendo cose inaudite”. Fa sentire la voce in una intervista al Corriere della Sera, Gianfranco Miccichè, protagonista in questi giorni della politica siciliana in cui Renato Schifani ha costituito il proprio esecutivo e all’assemblea siciliana sono nati due gruppi di Forza Italia. “Mi avevano proposto la vicepresidenza del Senato. Volevano solo inchiodarmi a Roma – aggiunge -. Mi hanno proposto di fare il vice-presidente del Senato, ma ho rifiutato. Volevano solo inchiodarmi a Roma, i furbetti”.

“Ho promesso alla mia famiglia che non sarei più andato a Roma. Sono stato lì per 20 anni. Non posso fare una scelta di vita?”, spiega Miccichè intervistato anche dal quotidiano La Repubblica: “Schifani un giorno mi ha detto di aver ottenuto la vicepresidenza del Senato per me. Do fastidio? Mi hanno mandato un video di un suo intervento in campagna elettorale. Schifani diceva cose strabilianti di me: ‘Gli devo tutto’. Non so cosa sia successo da allora”.

“Il nome di Schifani presidente mi è stato imposto? Me l’ha imposto Ignazio La Russa dopo il problema di Musumeci. Ma io ho accettato”, dice Miccichè che proprio su Musumeci aggiunge: “Ho ritenuto sbagliato quello che Musumeci faceva. Non so se mi stiano facendo pagare questo”. E parlando della nuova giunta siciliana: “Schifani ha scelto un’assessora tecnica per la Sanità. Mi ha chiamato e mi ha detto: ‘Questo è il tuo nome, candidala’. Non funziona così. Martedì mattina ho tentato una mediazione. Mi hanno detto no. Non mi hanno nemmeno invitato alla riunione del gruppo”.

Tuttavia Miccichè non chiude le porte alla ricomposizione della situazione: “Io sono disponibile a tornare indietro e fare un gruppo unico. Mi diano un segnale, Troveremo una soluzione. Ma la mia non è una sfida. Sono loro che mi fanno la guerra”. Berlusconi? “È molto dispiaciuto. Gli ho chiesto di convocare me e Schifani. Vorrei avere un confronto in cui Renato mi dica qual è il problema”.


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