Milano, abusi sessuali sull'allieva durante il tirocinio: "Zitta o mi cacciano" - Live Sicilia

Milano, abusi sessuali sull’allieva durante il tirocinio: “Zitta o mi cacciano”

Condannato a quattro anni di carcere
VIOLENZA SESSUALE
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Il tirocinio che si trasforma in violenza sessuale. Una studentessa ha vissuto un vero e proprio incubo a causa delle violenze da parte del suo insegnate subito all’ospedale San Giuseppe di Milano. L’uomo, di 46 anni, è stato condannato a quattro anni di carcere dopo un processo abbreviato in cui sono emersi ben tre episodi sospetti.

La ragazza, una mattina di fine dicembre 2022 si presentò, insieme ad altri due studenti, per una dimostrazione di massaggi. Dopo aver atteso il suo turno il 46enne, A.M. le sue iniziali, è particolarmente gentile ed empatico, conquista la fiducia della ragazza e la spinge a confidarsi. Fatti uscire dal box gli altri due studenti, comincia con il fare dei complimenti che man mano diventano sempre più pesanti e vengono seguiti da discorsi a sfondo sessuale. 

La ragazza ha provato a sviare la conversazione, mentre l’uomo ha insistito e allungato le mani fino a compiere atti sessuali. Lei si blocca, è terrorizzata, non riesce a reagire, piange in silenzio. Quando decide di smettere, A.M. riprende il massaggio come se niente fosse, cerca di rinfrancare l’allieva alla quale dà il suo numero di telefono chiedendole di chiamarlo ma soprattutto di non rivelare a nessuno quello che è successo, altrimenti, le dice sarebbe stato licenziato.

La ragazza è sconvolta solo più tardi confiderà ai compagni che era accaduto qualcosa di grave, senza avere il coraggio di dirne i particolari. È uno dei due a riferire alla tutor che coinvolge la coordinatrice del reparto che a sua volta riferisce ai vertici della struttura sanitaria i quali avviano immediatamente un procedimento interno, sospendono il dipendente e presentano una denuncia alla Procura della Repubblica.

Le indagini dei carabinieri confermano il racconto della studentessa. Scoprono che in precedenza l’uomo si era comportato in modo anomalo con almeno altre tre pazienti. Una lo aveva anche segnalato all’ospedale dopo aver interrotto il trattamento. Ad aprile 2023, A.M. finisce agli arresti domiciliari.


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