Milano-Palermo-Trapani: lo zio Paolo, i Fidanzati e Messina Denaro

Milano-Palermo-Trapani: lo zio Paolo, i Fidanzati e Matteo Messina Denaro

L'inchiesta della Procura lombarda arriva fino in Sicilia

PALERMOA quel tempo era ancora latitante. Matteo Messina Denaro per anni è stato una presenza costante nei dialoghi fra i siciliani trapiantati in Lombardia. Le informative dei carabinieri sul “sistema mafioso” hanno tracciato la storia di un legame forte. La Procura di Milano, però, non è riuscita a convincere il giudice per le indagini preliminari. Dei 153 arresti richiesti, nei giorni scorsi ne sono stati eseguiti undici. Tra gli indagati a piede libero c’è Paolo Errante Parrino, 76 anni, nato a Castelvetrano ma da anni residente ad Abbiategrasso. Sarebbe l’uomo chiave, ma lui nega ogni suo coinvolgimento. Dice di essere un pensionato.

Fidanzati e l’avvocato Messina

Non è l’unico siciliano coinvolto. Gli investigatori hanno ricostruito una stagione di contatti e incontri. Alcuni vengono definiti summit. Il 05 marzo 2017 a Peschiera Borromeo si sono dati appuntamento Giuseppe Fidanzati e l’avvocato Antonio Messina. Il primo è figlio di Gaetano, boss deceduto del rione Acquasanta di Palermo, ed ha scontato una lunga condanna per droga. Anche il secondo, massone, è stato condannato per traffico internazionale di droga. Nei loro dialoghi facevano riferimento ad un “ragazzo” di Castelvetrano, identificato in Francesco Guttadauro, nipote del cuore di Matteo Messina Denaro. In particolare, Fidanzati ricordava di un incontro avvenuto alla stazione di Trapani con “Iddu” (lui ndr) che si era fatto accompagnare a bordo di una Mercedes da un certo “Mimmu”. Non è chiaro se “Iddu” sia riferito a Guttadauro o, come invece sospettarono gli investigatori, a Messina Denaro.

La comunità di castelvetranesi

Discutevano di affari (droga?) da sviluppare in zona. Nella bassa provincia milanese, tra Legnano e Abbiategrasso, si è insediata da anni una comunità di castelvetranesi, fra cui Paolo Errante Parrino. Fanno capo ad un’associazione che ufficialmente organizza eventi e attività ludiche il cui presidente era l’avvocato Giovanni Bosco, cognato di Errante Parrino (ne ha sposato la sorella). Quest’ultimo, già condannato per mafia, nell’inchiesta picconata dal gip di Milano viene indicato come il luogotenente del mandamento di Castelvetrano, dunque di Matteo Messina Denaro, in terra lombarda. I Bosco sono cugini di Gaspare Como, sposato con Bice, una delle sorelle dell’ex latitante morto dopo l’arresto.

Lutto a casa Messina Denaro

Nel marzo 2021 ci fu un lutto a casa Messina Denaro. Gaspare Allegra, 37 anni, figlio della sorella del padrino, Giovanna, e di Rosario morì durante una gita sul monte Grisone, sul lago di Como. Faceva l’avvocato e collaborava con lo studio Bosco. Nel portafogli dello zio Matteo, il giorno dell’arresto davanti alla clinica “La Maddalena di Palermo”, c’era una foto del nipote deceduto. Errante Parrino prima organizzò la camera ardente e il trasferimento della salma a Castelvetrano, poi venne in Sicilia assieme a Giovanni Bosco nel novembre 2021 (c’era la discussione finale del processo denominato “Anno Zero”, dove Bosco difendeva un imputato). “Sto facendo il mio dovere”, rispondeva così Errante Parrino a chi lo ringraziava.

Il 30 novembre successivo sul telefonino di Errante Parrino furono inviati via Whatsapp i documenti di Vito Panicola, figlio di Vincenzo e di un’altra sorella di Matteo Messina Denaro, Patrizia. Il giovane cercava lavoro e voleva trasferirsi a Vigevano (la città dove era detenuta la madre). Entrambi i genitori sono stati condannati per mafia, la donna è ancora in carcere. Finirà di scontare la pena fra un paio di anni. Le trasferte di Errante Parrino a Castelvetrano si sono ripetute. Faceva visita alle sorelle, ma anche alla madre del latitante Lorenza Santangelo.

Lo scontro e l’intervento del capomafia

Nel 2021 ci fu un duro scontro fra Gioacchino Amico e i Pace di Trapani, inseriti, secondo la Procura di Milano, nel “sistema illecito degli affari”. Questioni di investimenti e di soldi mai restituiti. Per dirimere la faccenda sarebbe stato chiesto l’intervento di Matteo Messina Denaro. L’ambasciata sarebbe arrivata tramite Paolo Errante Parrino e l’avvocato Messina, monitorato durante una serie di incontri al bar San Vito. Non è un bar qualunque, visto che si trova ad una manciata di metri dall’ultimo covo del latitane a Campobello di Mazara.

“Gli incontri, soprattutto quelli ai quali ha partecipato Messina Antonio, a pochi metri dal covo assumono dopo la sua cattura – annotano gli investigatori – un rilievo investigativo di primo piano, anche alla luce delle pregresse acquisizioni tecniche, che confermano come Matteo Messina Denaro fosse informato circa le operazioni finanziarie gestite dal sistema mafioso lombardo, tramite Paolo Errante Parrino”.

“Lo ha saputo pure lui, Messina Denaro”, diceva uno degli indagati, Bernardino Pace, facendo riferimento allo Zio. Per tutti, a Milano, Errante Parrino era “lo zio Paolo”.


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