Palermo, indirizzi, foto, fogli: tutto ciò che aveva Messina Denaro

Indirizzi, foto, appunti: tutto ciò che Messina Denaro aveva con sé

Gli oggetti, cellulari inclusi, servono a mappare i suoi spostamenti
IL RETRSOCENA
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PALERMO – Dal santino del Sacro Cuore di Gesù ai riferimenti di diversi medici, dai cellulari alle 32 fototessere che lo immortalano in varie fasi della vita. Ne aveva di cose con sé Matteo Messina Denaro la mattina dell’arresto a Palermo, il 16 gennaio scorso.

Circostanza che si ripresenterebbe per qualsiasi altra persona. Il boss, però, non era una persona qualsiasi, ma il più ricercato dei latitanti di mafia.

Alle 9.15 del 16 gennaio, ora che il boss avrà guardato sul prezioso Franck Muller che portava al polso, i carabinieri del Ros lo hanno bloccato in via Domenico Lo Faso, una stradina che si trova a pochi metri dalla clinica La Maddalena, in via San Lorenzo a Palermo.

In un borsello aveva un telefonino Xiaomi e in tasca un Samsung, il primo spento e in modalità aereo, entrambi con scheda inserita e senza codice di sblocco. Dai telefonini si stanno ricostruendo contatti e spostamenti. La mappatura è ancora in corso.

La mattina dell’arresto stava andando a fare una seduta di chemioterapia. Era normale che avesse copia del carteggio sui precedenti accessi in clinica. Si può sorvolare sui biscotti Pavesini, sui medicinali, sui 500 euro in contanti dentro il portadocumenti Cartier di colore bordeaux. Sui documenti, invece, l’attenzione è massima.

Aveva la carta d’identità, la patente (più difficile da falsificare) e la tessera sanitaria intestati al geometra Andrea Bonafede, l’uomo che ha prestato l’identità al latitante per le visite e le operazioni. Era in possesso di una seconda patente intestata al suo autista, Giovanni Luppino.

Quest’ultimo si è difeso sostenendo che si era limitato a dargli casualmente un passaggio. Messina Denaro aveva bussato al citofono di casa sua, all’alba, per chiedergli se lo accompagnasse. Una tesi già smentita. Ora si scopre che Luppino aveva nel portafogli il biglietto da visita con il numero del centro prenotazioni della clinica dove Messina Denaro si è recato almeno 8 volte prima di essere arrestato.

Messina Denaro, alias Andrea Bonafede, ha fatto pure il vaccino anti Covid, il 13 dicembre 2021. Come siano riusciti a farlo entrambi con le stesse generalità è un tema che viene approfondito. Di sicuro è la conferma, l’ennesima, che il padrino non se ne stava rintanato e nascosto.

E chissà in quanti altri posti è andato o si sarebbe presto recato. Ad esempio era in programma un appuntamento con un dentista palermitano, fissato per il 30 marzo.

Altri oggetti sono molto personali. Come le foto del padre Francesco, della madre Lorenza Santangelo e del nipote Gaspare Allegra, figlio della sorella Giovanna, morto nel 2021 in un incidente nelle montagne che circondano Como.

E poi aveva le chiavi della Alfa Romeo Giulietta, scontrini di acquisti vari (anche questi servono per mappare i suoi spostamenti), un portachiavi con la scritta “l’uomo, il mito, la leggenda sei tu”, e un appunto con il titolo “The Hunt (la caccia) ” un libro di di Andrew Fukuda. Era latitante, ma conduceva una vita “normale”.


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