Minacce ad un pubblico ministero| Allerta al Palazzo di giustizia - Live Sicilia

Minacce ad un pubblico ministero| Allerta al Palazzo di giustizia

Il pubblico ministero Vania Contrafatto

“Il magistrato Vania Contrafatto la dovrà pagare”, è la frase pronunciata da un anonimo che ha contattato i genitori del pubblico ministero. E' il terzo caso di minacce negli ultimi mesi rivolte ad altrettanti pm in servizio nel capoluogo siciliano.

PALERMO – La telefonata è arrivata domenica mattina. Poco prima delle 10. A rispondere il padre di un pubblico ministero della Procura di Palermo. Dall’altra parte della cornetta una voce maschile pronunciava una frase inquietante: “Il magistrato Vania Contrafatto la dovrà pagare”.

Si tratta di un pm in servizio da anni al Palazzo di giustizia. Una relazione su quanto è accaduto è finita sul tavolo del procuratore Francesco Messineo che ha allertato gli organi competenti. E sono partite le indagini per accertare chi possa essere l’autore dell’esplicita minaccia. Il pm Contrafatto ha coordinato diverse inchieste negli ultimi periodi. Dai sequestri delle pompe di benzina dove sarebbero stati riciclati i soldi della mafia ai blitz antiprostituzione. A metà aprile scorso i carabinieri hanno scoperto una casa di appuntamenti gestita da una coppia di cinesi. Il “centro massaggi” si trovava in via Vincenzo Di Marco, nei pressi del Giardino Inglese, a poco distanza dall’abitazione dei genitori del magistrato. Una coincidenza?

La Contrafatto è stata anche il pm del blitz Golden Eggs, che tradotto in italiano significa uova d’oro, scattato nel settembre 2011. Per sfuggire ai controlli in aeroporto i corrieri ingoiavano gli ovuli pieni di droga. Un chilo e mezzo di roba dentro la pancia. Le donne osavano di più. La nascondevano nella vagina. Alcuni hanno rischiato di morire dopo essersi accasciati doloranti ai check in. E fioccarono le condanne.

Le minacce al pm Contrafatto contribuiscono ad innalzare il livello di allerta al Palazzo di giustizia e si inserisocno in una scia di episodi che hanno destato e destano preoccupazione. Prima la lettera anonima che annunciava un attentato contro il pm antimafia Nino Di Matteo. Poi, i dialoghi intercettati fra alcuni boss e i loro familiari che svelavano l’odio di Cosa nostra nei confronti del sostituto procuratore Francesco Del Bene. Ora la telefonata minatoria a Vania Contrafatto.


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