Minori minacciati dalla tutrice: "Ho paura che Yuliya mi farà male" -

Minori minacciati dalla tutrice: “Ho paura che Yuliya mi farà male”

Il sospetto che i ragazzini possano servire all'esercito di Zelensky

CATANIA – “Ho paura che Yuliya in qualche modo mi farà male…io non voglio tornare in Ucraina”. Violenze psicologiche, intimidazioni, minacce ai danni di minori ucraini per spingerli al rimpatrio durante la guerra. Si teme che i giovanissimi potessero servire all’esercito di Volodymyr Zelenskyj. È questo che la Procura di Catania starebbe verificando, seguendo due filoni: il primo è quello delle presunte minacce a un ragazzino e a una ragazzina, da parte della tutrice Yuliya Dynnichenko. Il secondo è quello sulla tentata estorsione, nei confronti di alcune famiglie, per agevolare l’arrivo di minori ucraini in Italia. Su queste basi stamattina sono scattate perquisizioni. Ma l’ufficio di piazza Verga è rinchiuso nel massimo riserbo.

I minori e le frasi della tutrice

L’inchiesta del procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e del sostituto Francesco Camerano si basa sulle registrazioni audio e video della tutrice. Una vicenda complessa, dove traspare un sospetto: che la donna faccia pressioni per far rimpatriare minori da reclutare nell’esercito. Non si contano le violenze psicologiche: “Non mi fare fare le cose che io non voglio fare proprio con te…”, dice la tutrice in uno dei video, mentre spinge un bambino al rimpatrio.

“Intimidazioni – scrive la Procura – per indurre il minore al rimpatrio forzoso, anche contro la di lui dichiarata volontà contraria”. Tecniche molto raffinate, “violenza psicologica” e “minacce di gravi ritorsioni”, annotano gli inquirenti.

Trapelano scenari inquietanti, con momenti concitati tra la tutrice e il bambino che non voleva tornare in Ucraina, essendo affidato a una famiglia catanese.

Il caso della bambina ucraina

La tutrice avrebbe minacciato e posto in essere “violenze psicologiche e intimidazioni” anche nei confronti di una minore sfollata d’urgenza dall’Ucraina, con lo scopo di farla “rimpatriare”.

Un gioco subdolo. Per alcuni mesi si sarebbe disinteressata delle condizioni di salute della piccola, successivamente sarebbero iniziate le minacce e le pressioni.

Avrebbe colpevolizzato la ragazzina, spaventata dalla guerra e dai bombardamenti, spingendola a tornare in orfanotrofio, dove veniva maltrattata e picchiata, come ha raccontato agli inquirenti.

Una vita di stenti e di pericoli, in Ucraina, senza medicine, una tragedia nella tragedia per la ragazzina rimasta senza fratello nel marzo 2023, a causa di una malattia. “C’era freddo – racconta la piccola – negli ospedali non c’erano antibiotici”. “Ho paura – dice la minorenne – che Yulia in qualche modo mi farà male…”.

La procura è rinchiusa nel massimo riserbo, sono in corso ulteriori approfondimenti sulle adozioni dei bimbi ucraini e sull’operato della tutrice indagata.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI