Misilmeri, sette condanna per mafia: tre in più del primo grado

Misilmeri, mafia: sette condanne, tre in più del primo grado

Sotto processo anche il fratello di due boss stragisti

PALERMO – Confermata in appello la condanna a 12 anni per il boss di Misilmeri Pietro Formoso. La pena è scontata di un terzo così come previsto dal rito abbreviato.

Queste le altre condanne decise il 3 marzio scorso: 6 anni e otto mesi ciascuno sono stati inflitti a Pietro Morgano, Vincenzo Meli, Lorenzo D’Arpa e Angelo Lo Cascio (rispondevano tutti di estorsione aggravata, in primo grado erano stati assolti; mentre Lo Cascio era stato condannato per reati fiscali per i quali ora è stato assolto), Francesco Paolo Migliaccio 2 anni e 4 mesi (erano stati tre anni), Stefano Zarcone due anni (confermata).

Assolta Dalila Garofalo che in primo grado era stata condannata a 8 mesi e Davide Arcuri (già assolto in promo grado). Imputati per intestazione fittizia di beni erano difesi dagli avvocati Nino Mormino, Giovanni Castronovo, Raffaele Bonsignore, Antonio Gargano, Carmelo Franco e Giuseppe Bonanno.

Nel caso di Zarcone, difeso dall’avvocato Fabrizio Biondo, già in primo grado aveva retto solo un reato tributario ma non l’intestazione fittizia e il riciclaggio legati alla Zar Carni. Il giudice dunque ha stabilito che dietro l’impresa non c’è Pietro Formoso.

Formoso, fratello di due boss colpevoli per la strage di Milano del 1993, poteva contare su grosse risorse economiche e differenziava i suoi in investimenti, ma è con la cocaina importata dalla Colombia che ha iniziato la sua scalata. Nelle intercettazioni si faceva rifermento al pagamento di una grossa fornitura di gioielli – 100 mila euro – e di champagne – 6 mila euro – di cui Formoso si sarebbe interessato.

Francesco Paolo Migliaccio è un un ex ispettore della Polizia di Stato in servizio presso il commissariato Porta Nuova di Palermo. Secondo l’accusa, non avrebbe denunciato per ricettazione il titolare di un “compro oro” dopo che che una donna si era accorta che nell’attività c’erano i gioielli che le erano stati rubati .


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