Monopattini, assicurazione e casco in vista: occhio ai trucchetti

Monopattini, assicurazione e casco in vista: occhio ai trucchetti

L'Italia si sta per adeguare alla direttiva europea
MOBILITÀ DOLCE
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Chi ha pensato di rendere ecosostenibile il settore dei trasporti non è stato a Palermo. E, quel ch’è peggio, non conosce i palermitani. I fautori della mobilità dolce, basata su piccoli mezzi di trasporto individuali a propulsione elettrica, hanno sottovalutato l’ingegno del panormita, che avrebbe reso monopattini e biciclette elettriche non soltanto mezzi di trasporto tutt’altro che individuali (in due sul monopattino o in tre sulla e-bike), ma soprattutto niente affatto dolci.

Sbucano dal nulla

Sbucano dal nulla nel silenzio dell’ombra e sfrecciano contromano in qualunque direzione. Niente fari, frecce manco a parlarne. Un sonoro “ouuuuh!” al posto del clacson. Quanti hanno rischiato, dopo essere stati sorpresi alle spalle dal monopattinista, di ingoiare tutto intero il cono gelato che stavano gustando mentre passeggiavano spensieratamente in pieno centro? Quanti automobilisti si sono visti dribblare nel traffico da bici elettriche inforcate da giovani e giovanissimi e hanno detto addio allo specchietto retrovisore, amputato dallo slalom imperfetto? Molti, troppi.

La direttiva europea

Eppure l’Europa ci aveva visto lungo. E aveva timidamente suggerito, con la direttiva 2021/2118, di rendere obbligatoria l’assicurazione per monopattini e bici elettriche; ma come al solito era stata concessa molta discrezionalità agli Stati membri. L’Italia ha finalmente raccolto il suggerimento soltanto a dicembre dello scorso anno: il decreto legislativo n. 184 ha infatti previsto l’obbligo di assicurazione, casco, frecce e targa per i soli monopattini. Entro il prossimo marzo si attende il decreto attuativo, che stabilirà i dettagli.

Quei trucchetti per andare veloci

A causa delle solite, inspiegabili contorsioni normative italiane, rimangono fuori da questa disciplina le biciclette elettriche, che necessitano di un distinguo. Quelle “a pedalata assistita” sono delle biciclette: il motore elettrico è ausiliario e la velocità dipende dai polpacci di chi pedala. Le bici elettriche propriamente dette, invece, sono a tutti gli effetti dei ciclomotori e, come tali, dovrebbero essere dotati di targa e assicurazione sin da principio. È proprio qui che l’ingegnosità isolana dà il meglio (o il peggio) di sé: le biciclette a pedalata assistita sono un po’ come le Vespe Special “montate a Primavera”: opportunamente modificate, possono diventare dei bolidi nei quali i pedali sono presenti soltanto per figura. È superfluo precisare che le bici elettriche truccate sfuggono alla normativa di riferimento e dovrebbero – il condizionale è d’obbligo – essere tolte dalla circolazione. Vedremo, da marzo in poi, come il popolo palermitano si adatterà alla novità legislativa. Una cosa è certa: qualche escamotage salterà sicuramente fuori.

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