Monreale, danno da 10 milioni prescritto per politici e dirigenti

Monreale, danno da 10 milioni prescritto per politici e dirigenti

Il Comune di Monreale
Tutto part da un contratto di lease back
CORTE DEI CONTI
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2 min di lettura

PALERMO – Il danno erariale è prescritto. Il Comune di Monreale non ha diritto al risarcimento da 10 milioni di euro. La Procura regionale della Corte dei Conti aveva presentato il conto a 36 persone, tra ex amministratori ed ex dirigenti comunali. Al di là della tempistica, secondo i giudici, la normativa allora in vigore giustificava l’operazione finanziaria oggetto del processo.

Vicenda del 2006

La vicenda risale al 2006, quando il sindaco era Salvatore Gullo. Il Comune stipulò un contratto di lease-back con una banca, cedendo in leasing appunto l’immobile di via Biagio Giordano, divenuto poi sede della caserma dei carabinieri, mantenendo contemporaneamente il possesso del bene ceduto.

Un’operazione attraverso la quale il Comune, che allora aveva necessità di immediata liquidità, ottenne 8.553.565,70 euro, da restituire con un canone anticipato di 1.454.106,17 euro e 39 rate semestrali da 203.902,78 euro ciascuno, oltre Iva. Il pagamento, ancora in corso, durerà fino al 2026, quando il Comune dovrà sborsare una maxi rata finale di circa 4 milioni.

La somma incamerata, però, stando alla regola aurea, doveva essere usata per nuovi investimenti e non per la spesa corrente. L’ipotesi era che il lease-back servisse per coprire il disavanzo e avrebbe finito per contribuire al dissesto finanziario del Comune (dichiarato nel 2018 e rientrato nel 2022).

Ex sindaco e giunta

Ecco l’elenco delle persone per cui è stata dichiarata la prescrizione: l’ex sindaco Toti Gullo, il suo vice Roberto Gambino e gli assessori Stefano Gorgone, Tony Pantuso, Mariella Petrotta, Fabio Sciortino, Gaetano Sirchia, Antonino Fundarò, Giuseppe Leto, Giuseppe Magnolia, Mimì Palma, Toti Zuccaro.

I consiglieri comunali

Ed ancora i consiglieri comunali che votarono le delibere relative all’operazione lease-back: Fabio Billetta, Giuseppe Bono, Giovanni Brusca, Claudio Burgio, Piero Capizzi, Vincenzo Cassarà, Vittorio Di Salvo, Mimmo Gelsomino, Enzo Giangreco, Filippo Giurintano, Marco Intravaia, Massimiliano Lo Biondo, Pippo Lo Coco, Girolamo Mondello, Roberto Oddo, Giovanni Schimmenti, Fortunato Segreto, ed Angelo Venturella.

I dirigenti

I dirigenti comunali che firmarono gli atti: Antonino Sciacchitano, Gaetano Scalici, Fabrizio Dell’Acqua ed Elena Conti. I componenti del collegio dei revisori: Marcello Barbaro e Giovani Carlotta.

Gli amministratori e i consiglieri sono stati difesi dagli avvocati Girolamo Rubino, Lucia Di Salvo, Alberto Marolda, Sabina Raimondi, Andrea Treppiedi, Giuseppe Mammina, Rosario De Marco Capizzi, Domenico Pitruzzella, Alfredo Geraci, Giancarlo Geraci, Carlo Comandé, Andrea Ciulla, Pietro Alosi, Giovanni Immordino.

Il collegio presieduto da Salvatore Chiazzese ha dichiarato la prescrizioni pur sollevando perplessità nel merito delle contestazioni. Secondo il collegio, un attenta valutazione avrebbe fatto emergere la regolarità dell’operazione finanziaria eseguita nel 2005 visto che soltanto 10 anni dopo, nel 2015, sarebbe stata considerata un indebitamento.


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