MONREALE (PALERMO) – È sulle note della Sinfonia incompiuta di Bruckner, la Nona, che la 65ª Settimana Internazionale di Musica Sacra di Monreale saluterà il pubblico con un successo annunciato, visto il felicissimo riscontro della Rassegna che quest’anno ha fatto registrare ad ogni concerto il tutto esaurito.
Indubbia la suggestione spirituale ispirata dallo straordinario sito per il quale è stato concepito un programma musicale di altissima qualità, promessa mantenuta fino al commiato fissato per domenica 22 ottobre alle ore 21 nel prezioso e monumentale Duomo aureo che ha ospitato le nove serate della rassegna direttamente promossa dalla Regione Siciliana Assessorato Turismo Sport e Spettacolo. Uno sforzo produttivo che l’Assessorato al ramo, guidato da Elvira Amata ha realizzato in collaborazione con Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana, Fondazione Teatro Massimo di Palermo e Arcidiocesi di Monreale, in sinergia con il Comune.
Il gran finale vedrà protagonista la pluripremiata Orchestra Sinfonica Siciliana, diretta per l’occasione da un maestro di chiara fama, Emanuele Andrizzi. La partitura di Bruckner sarà preceduta da una pagina di Ferruccio Busoni intrisa di profondo lirismo, Berceuse élégiaque per orchestra op. 42 (sottotitolo “Ninna-Nanna dell’Uomo sulla bara di sua Madre), proposta a Monreale in prima esecuzione italiana. Dedicata alla memoria della defunta madre, morta nel maggio del 1909, Busoni la compose nel corso di quello stesso anno. Prevedibilmente, un’atmosfera funebre informa questo capolavoro sinfonico che, eseguito per la prima volta il 21 febbraio 1911 alla Carnegie Hall di New York sotto la direzione di Mahler, si distingue per una straordinaria ricerca timbrica che sceglie una tavolozza di colori opachi volti a trasmettere un sentimento di lutto e comunicare all’ascoltatore il sentimento dell’eternità.
L’armonia, ormai ai confini della tonalità, testimonia la modernità del lavoro che, in occasione di questo concerto, verrà proposto nell’arrangiamento per orchestra da camera realizzato da John Adams nel 1989, e da lui diretto alla première dell’8 giugno dello stesso anno nella cattedrale di St. Paul a Londra. Seguirà la Sinfonia n. 9 di Bruckner, la cui gestazione – intrapresa nel 1889 e completata solo nei primi tre movimenti – coincise con gli ultimi anni di vita del compositore, segnati dalla solitudine e da un progressivo declino. La Sinfonia, eseguita postuma a Vienna l’11 febbraio 1903 sotto la direzione di Ferdinand Löwe, che aveva appunto approntato una revisione dei primi tre movimenti, fu ripresa nella versione originale rivista questa volta da Robert Haas, sotto la direzione di Siegmund von Hausegger a Monaco il 2 aprile 1932.
Come scrive lo studioso Riccardo Viagrande nelle note di sala, sin dai primi abbozzi appare evidente l’intenzione di Bruckner di costruire, sul modello degli ultimi esempi di Schubert e di Beethoven, un grande lavoro sinfonico, denso di significati e degno della dedica sincera “Al Buon Dio”.
Il primo movimento, Feierlich (Solenne), Misterioso, ha una struttura plurimotivica con il primo tema che, come accade spesso nei lavori sinfonici di Bruckner, nasce a poco a poco su un tremolo degli archi. Il secondo movimento (Scherzo) è un tragico Landler, mentre protagonisti dell’Adagio, ultimo movimento completato da Bruckner e autentico congedo dalla vita, sono ancora i violini che in apertura descrivono un arco melodico particolarmente ampio e frastagliato. Questo movimento è in realtà un caleidoscopio delle possibilità tecniche ed espressive della scrittura di Bruckner con intense armonie che ricordano i cromatismi del Tristano, con squilli di trombe e i corali di tube tipici dello stile del compositore austriaco. Emanuele Andrizzi si è affermato grazie alla sua passione per le diverse sfaccettature delle arti musicali e per il messaggio di inclusività che un repertorio classico di ampio respiro può portare al pubblico moderno.
Ha collaborato con istituzioni di rilievo internazionale, tra cui la Lyric Opera di Chicago, la Richmond Symphony, la San Diego Opera, il Joffrey Ballet, l’Orchestra Filarmonica Marchigiana. La sua versatilità brilla attraverso la direzione di repertori sinfonici, operistici e corali, come è stato riconosciuto da eminenti critici di importanti riviste quali il «Chicago Tribune» e «Opera News». Vanta collaborazioni con artisti di grande prestigio come Ferruccio Furlanetto, Frederica Von Stade, Maurizio Baglini, Esteban Batallán. Nel 2018 ha fondato l’Opera Festival of Chicago, di cui è di recente diventato anche Direttore Musicale. Il festival, nato con l’obiettivo di portare alla luce capolavori italiani raramente eseguiti o sconosciuti a Chicago e nel Midwest, ha ottenuto riscontro a livello internazionale, con spettacoli trasmessi su importanti stazioni radio di musica classica in tutto il mondo.
Nella veste di educatore, ha servito come Direttore d’orchestra presso il Chicago College of Performing Arts per oltre un decennio. Attualmente ricopre la carica di Direttore del Programma Orchestrale presso il prestigioso Shenandoah Conservatory. Sostiene con impegno la promozione della diversità e dell’inclusione nelle arti dello spettacolo, fornendo costante mentorship a studenti provenienti da diversi contesti. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il premio quale “Direttore dell’Anno 2021” assegnatogli dall’Illinois Council of Orchestras.