PALERMO – “Mi dispiace, mi dispiace”, ripete. La madre di Salvatore Calvaruso, fermato per la strage di Monreale, non riesce a parlare. La voce è rotta dal pianto.
“Mi dispiace per mio figlio, per le persone uccise, per tutto quello che è successo”, aggiunge Daniela Di Fiore mentre singhiozza. Sulla strage di cui il figlio sarebbe stato l’autore preferisce non parlare: “Al momento non sappiano nulla. Siamo distrutti”.
“Anche mio figlio era un grande lavoratore”, precisa per rimarcare che mai si sarebbe aspettato di vederlo coinvolto in una storia di morte e violenza. Il riferimento è alle tre vittime, ma le sue parole non tradiscono l’intenzione di fare paragoni.
Attorno a lei ci sono altri parenti. Urla e lamenti rimbombano nella casa dove vivono nel quartiere Zen. Fino a ieri c’era anche il figlio di 19 anni, rinchiuso da alcune ore nel carcere Pagliarelli con la pesantissima accusa di strage. Sarebbe stato lui ad impugnare la pistola da cui sono partiti i colpi che hanno ucciso tre persone nella notte fra sabato e domenica scorsi.