MONREALE – La città di Monreale è sotto shock: tre giovani vite spezzate in una tragica sparatoria notturna. Il sindaco Arcidiacono: “Una tragedia senza precedenti, la città è in lutto”. Convocata una giunta straordinaria.
Monreale sotto choc
Monreale piange la scomparsa di due giovani vite, brutalmente interrotte da una sparatoria avvenuta nella notte. Altri tre ragazzi sono rimasti feriti nel tragico evento che ha sconvolto la comunità.
Il sindaco Alberto Arcidiacono, immediatamente informato dell’accaduto, si è recato in ospedale per esprimere la sua vicinanza alle famiglie delle vittime e dei feriti.
Visibilmente scosso, ha dichiarato: “Siamo dinanzi ad una tragedia senza precedenti. Vite spezzate di giovani che avrebbero dovuto vivere il proprio futuro. Questo è il momento di raccoglierci in preghiera e di dare conforto alle famiglie. La città piange questi giovani”.
Per affrontare questa drammatica situazione, il sindaco Arcidiacono ha convocato una giunta straordinaria nelle prossime ore.
Schifani: “Dolore e sgomento per la tragedia di Monreale”
“Esprimo profondo dolore e sgomento per la gravissima tragedia avvenuta questa notte a Monreale – dichiara il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani – dove una sparatoria ha spezzato la vita di tre giovani e ne ha feriti altri due. Un episodio di inaudita violenza che sconvolge l’intera comunità siciliana”.
“Mi stringo alle famiglie delle vittime e dei feriti – aggiunge Schifani – alle quali rivolgo la mia più sentita vicinanza e solidarietà. Quanto accaduto è inaccettabile e richiama l’urgenza di un impegno sempre più forte sul fronte della sicurezza e della prevenzione, soprattutto tra i più giovani. Confido nel lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura affinché venga fatta piena luce sull’accaduto e i responsabili siano assicurati alla giustizia – conclude – nel più breve tempo possibile”.
Galvagno: “Basta con queste tragedie”
“Quanto accaduto la notte scorsa a Monreale impone una profonda riflessione – dice il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno –. Pensavamo che episodi del genere fossero collegati prevalentemente ad altri territori o solo alla cinematografia americana, invece, troppo spesso leggiamo di notizie collegate alla movida violenta delle nostre città. Si tratta di fatti che iniziano quasi sempre per futili motivi e degenerano in violenze che sfociano in tragedia. Tutto ciò è assurdo!”.
“Sono da subito disponibile – aggiunge – ad avviare un confronto tra le istituzioni per individuare ogni soluzione necessaria ad arginare questa recrudescenza che ha già superato il livello di guardia.
In un momento così doloroso, desidero esprimere il mio personale cordiglio alle famiglie delle tre giovani vite spezzate – conclude – da questa notte di violenta follia”.
Mulè: “Mi stringo nella preghiera a tutta la comunità”
“C’è solo l’abisso della sofferenza davanti alla tragedia avvenuta a Monreale la scorsa notte – dice il vicepresidente della Camera e deputato di FI Giorgio Mulè –. C’è la disperazione per un episodio che non può trovare alcuna connessione con la ragione. Ho parlato a lungo con il sindaco di Monreale, Alberto Arcidiacono, e ho trovato un uomo sconvolto per i fatti: attraverso lui ho espresso il cordoglio per le vittime e la cristiana vicinanza ai loro familiari”.
“Mi stringo nella preghiera a tutta la comunità di Monreale – conclude – che so incredula quanto me nell’osservare la catastrofe umana seguita agli spari della scorsa notte”.
Infine, da giornalista, una osservazione ad alcuni colleghi che ho ascoltato in Tv. Le persone fermate e interrogate dai carabinieri, presunti autori della strage, non sono “ragazzi”, vi prego non chiamateli “ragazzi dello Zen” o di qualsiasi quartiere volete. Se volete essere garantisti chiamateli “sospettati”, sennò, chiamateli “presunti criminali”, ripetete con me “cri-mi-na-li”. Anche questa è una questione culturale…
Intravaia: “Sono sconvolto”
“Sono sconvolto per quello che è successo – dice il deputato regionale e presidente del Consiglio comunale a Monreale, Marco Intravaia (FI) – scene da far west a cui Monreale non è abituata. Un momento di festa che si è trasformato in tragedia”.
“Tutta la città è attonita – continua – confidiamo nel lavoro delle forze dell’ordine e che gli assassini siano assicurati presto alla giustizia”.
Annullata la festa del Patrono
L’amministrazione comunale di Monreale ha deciso di annullare i festeggiamenti per la 399esima edizione della festa del Santissimo Crocifisso, i cui eventi avrebbero preso il via questa sera, a seguito della sparatoria della scora notte che ha provocato tre vittime e due feriti.
“In un momento di così profondo dolore per la nostra comunità, ogni festeggiamento appare inopportuno e irrispettoso verso le vittime e le loro famiglie”, dice il sindaco di Monreale, Alberto Acridiacono.
In segno di lutto e di vicinanza ai familiari delle vittime, il comune di Monreale proclamerà il lutto cittadino nei giorni in cui si svolgeranno le esequie. La giunta ha deciso di farsi carico delle spese dei funerali “desiderando così offrire un concreto segno di solidarietà e sostegno alle famiglie in questo momento di sofferenza”.
“La nostra comunità è ferita nel profondo – afferma Arcidiacono – ci stringiamo con affetto alle famiglie colpite e ci impegniamo a fare tutto il possibile per supportarle in questo momento così difficile. La perdita di queste giovani vite è una ferita che segnerà per sempre la nostra città”.
Il sindaco di Trappeto: “Addolorato”
“Sono profondamente addolorato nell’apprendere la tragedia che ha colpito la città di Monreale con la morte di tre giovani – dice il sindaco di Trappeto Santo Cosentino anche a nome della giunta – in seguito ad una sparatoria notturna in piazza. Sono notizie che non vorremmo mai ci raggiungessero, fatti inaccettabili”.
“Ci affidiamo alle forze dell’ordine e alla magistratura affinché individuino i responsabili e accertino la dinamica dei fatti. Esprimo le mie condoglianze e quelle della mia città – conclude – alle famiglie, sono vicino a tutta la comunità di Monreale e alle sue istituzioni”.
I soccorritori invocano sicurezza
“La notte scorsa a Monreale (Palermo) si è consumata una tragedia: tre morti e due feriti. I primi a intervenire sono stati gli operatori del 118, che si sono trovati a fronteggiare una folla inferocita e violenta. Ancora una volta, i soccorritori, armati solo di spirito di servizio e umanità, sono stati aggrediti mentre tentavano di salvare vite. Questa ennesima aggressione dimostra che non è più tollerabile operare in condizioni di totale insicurezza, esposti a rischi gravissimi senza alcuna tutela”.
Lo dicono i componenti del direttivo regionale Coes Sicilia, associazione degli autisti e soccorritori italiani.
“Noi operatori del 118 entriamo in servizio con un unico obiettivo: portare aiuto, salvare vite, dare speranza. Non possiamo più accettare che la nostra sicurezza sia messa quotidianamente in pericolo – aggiungono – Chiediamo l’intervento immediato delle istituzioni competenti: prefettura, assessorato regionale alla Salute, presidenza della Regione siciliana, ministero dell’Interno, ministero della Salute”.
Il M5s annuncia una interrogazione
“Siamo sconvolti e profondamente addolorati per quanto accaduto questa notte a Monreale. Una sparatoria in piena strada, con tre vittime e diversi feriti, avvenuta davanti a famiglie, bambini, persone comuni che avrebbero potuto essere coinvolte in una tragedia ancora più grande. È gravissimo che simili episodi possano accadere nelle nostre città, a maggior ragione in contesti di vita quotidiana dove ci si dovrebbe sentire sicuri”.
Così i parlamentari, i consiglieri regionali e i consiglieri comunali del M5s della provincia di Palermo.
“È ancora più inquietante constatare con quanta facilità persone senza scrupoli possano disporre di armi da fuoco, trasformando le nostre comunità in teatri di violenza insensata – aggiungono – La sicurezza dei cittadini deve essere una priorità assoluta, a Palermo come in tutto il Paese. Non possiamo e non dobbiamo abituarci a simili eventi. Presenteremo una interrogazione al governo per comprendere esattamente i dettagli che riguardano la detenzione e l’acquisizione delle armi da fuoco utilizzate per commettere un crimine così efferato”.
Cisl: “Il disagio sociale alimenta violenza”
“Siamo sconvolti dalla notizia di questa tragedia. Le vite spezzate di questi giovani rappresentano una perdita incolmabile per le loro famiglie e per la nostra società. È fondamentale unirsi per affrontare le radici di un disagio sociale sempre più evidente, che alimenta episodi di violenza e insicurezza”.
Lo afferma la segretaria generale Cisl Palermo Trapani Federica Badami, dopo la sparatoria di Monreale.
“Dobbiamo lavorare insieme, istituzioni e cittadini, per costruire un futuro migliore, dove i giovani possano sentirsi al sicuro e avere opportunità di crescita e sviluppo. Dobbiamo stare vicini a questi giovani e far comprendere loro che la violenza non è mai la risposta giusta”, conclude Badami.
De Luca (M5s): “Inaccettabile scia di sangue”
“La tragica notte di Monreale, che ha lasciato una terribile e inaccettabile scia di sangue, lascia sgomenti e induce a una profonda – afferma il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca – attenta riflessione: troppo facile sta diventando il ricorso alle armi e alla violenza, cosa che rende insicure le nostre città e i luoghi della movida frequentati dai nostri ragazzi”.
“Bisogna lavorare, e molto – aggiunge – sul fronte della sicurezza e della prevenzione. Ai familiari delle vittime il nostro grande cordoglio, e ai feriti l’augurio di pronta guarigione, nella speranza che sulla vicenda sia fatta presto piena luce e che i colpevoli siano assicurati – conclude – prontamente alla giustizia”.
Schillaci (M5s): “Regna l’illegalità”
“Quanto è successo stanotte a Monreale con la morte di tre giovani ed altri ragazzi feriti, a causa di una rissa scoppiata in pieno centro storico – afferma Roberta Schillaci, vice capogruppo del Movimento Cinquestelle all’Assemblea regionale siciliana e segretaria della Commissione regionale Antimafia – è solo la punta di un iceberg che ormai è diventato un dramma anche per la città di Palermo e per tutte le zone della movida dell’area della Città metropolitana”.
“I weekend durante la notte si trasformano in tante piccole “babele” – continua – dove regna l’illegalità, e serve una stretta sulla somministrazione di alcolici che talvolta finiscono in mano a minorenni e sulla violazione delle più elementari norme sul rispetto della quiete pubblica. Dispiace, moltissimo, che talvolta le forze dell’ordine non siano adeguatamente smistate nelle aree di grande concentrazione della movida. Quanto avviene soprattutto a Palermo in alcune aree del centro storico è raccapricciante”.
“Come Commissione regionale Antimafia abbiamo in itinere alcuni incontri con i prefetti delle nove province siciliane e chiedo a vivavoce che quello con il prefetto di Palermo sia anticipato immediatamente per poter denunciare con tutta la forza necessaria ciò che preoccupa famiglie e cittadini che a partire dal venerdì sera – conclude Schillaci – e sino a domenica vivono con l’angoscia di trovarsi con i loro figli in situazioni sgradevoli e con rischi reali per l’incolumità pubblica”.
Cannella (FdI): “Bisogna imporre la forza dello Stato”
Commenta quanto accaduto a Monreale anche il vice sindaco di Palermo Giampiero Cannella: “Ho riflettuto molto prima di scrivere questo post. Quello che è accaduto a Monreale non ha precedenti. Occorre prendere coscienza del fatto che i paradigmi con i quali abbiamo affrontato il disagio giovanile, la complessità di alcune zone cittadine e il rapporto con le nuove generazioni non sono più attuali e utili a trovare soluzioni efficaci”.
“Non venitemi a parlare, vi prego, di necessità di comprendere, di includere, di gestire il disagio. Oggi questi criminali vanno trattati come tali senza giustificazionismi sociologici e sociali di sorta. Esseri abietti, menti senza un minimo di ragionevolezza e capacità di discernimento si nutrono del pattume dei prodotti televisivi e musicali che si ispirano alla criminalità organizzata. Gomorra, Suburra, cantanti partenopei che esaltano l’uso delle armi, la sfida alla polizia, l’uso della droga, costituiscono il lievito che in soggetti privi di qualsivoglia qualità intellettiva fanno esplodere la violenza belluina. Il boss, il violento, il guappo che usa la forza diventano l’equivalente di Robin Hood per la mia generazione”.
“Occorre un grande lavoro culturale per proporre modelli diversi, edificanti e costruttivi, non si tratta di “censurare” questo video-pattume, ma di renderlo irrilevante e marginale attraverso un’offerta culturale diversa. Ma tutto questo, da solo, non basta. Occorre archiviare il giustificazionismo e imporre, sottolineo “imporre” la forza dello Stato. Non possono essere più tollerate zone franche dove droga e armi possono essere acquistate impunemente persino dall’ultimo tra i coglioni. Le forze dell’Ordine fanno del loro meglio con grande professionalità e a costo di grandi sacrifici. Ma occorre una reazione di sistema. Ai quartieri più complessi si applichi il “modello Caivano”, a chi viene coinvolto in una rissa o un episodio di violenza nei pressi di un locale si applichi il massimo della sanzione prevista dalle norme, senza sconti ne attenuanti. Oggi piangiamo tre ragazzi uccisi senza un perché mentre stavano trascorrendo una tranquilla serata con amici. Potrebbe toccare a chiunque, ai nostri figli o a noi stessi. Ora basta!
Infine, da giornalista, una osservazione ad alcuni colleghi che ho ascoltato in Tv. Le persone fermate e interrogate dai carabinieri, presunti autori della strage, non sono “ragazzi”, vi prego non chiamateli “ragazzi dello Zen” o di qualsiasi quartiere volete. Se volete essere garantisti chiamateli “sospettati”, sennò, chiamateli “presunti criminali”, ripetete con me “cri-mi-na-li”. Anche questa è una questione culturale…”.
Abodi: “Immergersi nell’umanità perduta”
“Oggi è una giornata in cui celebriamo una cronaca nella quale la vita è stata negata. Credo che il tema di oggi sia offrire delle opportunità e occupare, in modo sano, degli spazi sia nei territori che nelle coscienze delle persone. Quando le persone si sentono abbandonate, o comunque pensano di esserlo, poi lo spazio lo prende il lato bestiale dell’essere umano. L’importante è non guardare questi fenomeni da lontano e non limitarsi allo sdegno o ad una valutazione che potrebbe sembrare addirittura fredda e decontestualizzata. Di fronte a questi fatti bisogna immergersi in questa umanità perduta”. Così il ministro per lo Sport e i giovani Andrea Abodi, parlando della strage, ieri a Monreale, a margine dell’evento di presentazione dell’hub Rete di Palermo, inaugurato all’interno dei Cantieri Culturali alla Zisa.
“Negare la vita a tre persone – prosegue – per ragioni che non sono mai giustificabili, in ogni caso, vuol dire che si è spenta completamente la coscienza individuale non soltanto di questa città, perché quello che è successo a Monreale è l’espressione di qualcosa che si manifesta un po’ in tutta Italia. Il nostro impegno – conclude – deve essere quindi ancora più intenso, più significativo, più concreto e più visibile, andando incontro, dove possibile, alle esigenze soprattutto dei giovani, con la presenza di opportunità che siano sportive, lavorative o di formazione”.
Lagalla: “Le nuove generazioni soffrono di un disagio che si esprime in forme drammatiche”
“Le giovani generazioni, in questo momento, soffrono di un disagio che si esprime in forme drammatiche e tragiche, come quella che ha coinvolto tre giovani, incolpevolmente uccisi, a Monreale, e le famiglie, sia degli esecutori che delle vittime, che piangono un delitto assurdo. Questo però avviene in tutta Italia, basti pensare all’evento del ragazzo ucciso in Emilia Romagna. Si tratta di un disagio che va corretto. L’impegno verso le giovani generazioni è fondamentale”. Così il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, parlando della sparatoria di ieri a Monreale costata la vita a tre giovani, a margine dell’inaugurazione dell’hub ‘Rete’ ai Cantieri Culturali della Zisa di Palermo.
“Ritardo nell’arrivo delle forze dell’ordine? – prosegue – adesso ci sono delle indagini in corso che potranno e sapranno appurare anche questo aspetto. C’è però un tema importante, che riguarda la presenza malavitosa ancora ben radicata in alcuni quartieri di questa città. Lo Zen sicuramente è uno di questi. Noi dobbiamo registrare che, laddove l’amministrazione sta realizzando opere civiche che sono orientate ad occasioni dello sport e al miglioramento delle istituzioni formative e alla costruzioni di asili, stiamo assistendo ad una recrudescenza reattiva da parte di questa subcultura mafiosa e violenta. Si gioca oggi – conclude Lagalla – una partita fondamentale su due piani: la presenza dello Stato sui territori e la formazione dei giovani”.