Monti faccia chiarezza: “Incarichi il Ragioniere generale dello Stato di verificare i conti della Sicilia, il debito reale e i crediti vantati dalla Regione. E anche i presidenti di Camera e Senato, pretendano eguale chiarezza”. Così Maurizio Bernava, segretario della Cisl Sicilia, sul rischio default dell’Isola in relazione alla crisi finanziaria oltre che economica e sociale, della Regione.
Di seguito pubblichiamo una lettera aperta al governatore Lombardo, del segretario regionale Cisl.
In Sicilia siamo alla fine di un’epoca. Siamo al tramonto di un modo di governare e fare politica. Perché il rischio del fallimento della Regione è tanto reale quanto pesante, e oggettiva è la natura finanziaria ed economica della crisi, che parte da lontano e non ha senso occultare la verità con confuse argomentazioni e giustificazioni politiche dal respiro corto. Se l’Europa richiama gli Stati a politiche di salvataggio con il rientro dal debito, è giusto che il governo nazionale pretenda che la Regione d’Italia più indebitata e con minor crescita, dia priorità alle politiche per risanare l’indebitamento e attivare economia e reddito. Esattamente quello che in Sicilia chiedono da due anni i sindacati e le associazioni delle imprese.
E ancora più difficile è immaginare un quadro sereno per i prossimi mesi di recessione, guardando allo tsunami sociale ed economico che si abbatterà sulle controllate e le partecipate di enti locali già in condizioni di dissesto. Su questa dura realtà, con verità e responsabilità, bisogna che si concentrino tutte le rappresentanze della comunità siciliana e, in primo luogo coloro che, attraverso la politica, si candidano a governare l’Isola. La rappresentanza politica ha il dovere di dare un esempio concreto. Ma su questo fronte, assistiamo ogni giorno al riciclo di vecchie, obsolete e insostenibili pratiche di occupazione del potere: quei costumi tipici della politica che ha generato e alimentato il fallimento piuttosto che arginarne l’esplosione.
Governare, e amministrare, non deve servire a riprodurre il potere di chi fa politica. Quest’epoca è finita e le tensioni di questi giorni attorno al default della Regione, ne sono solo effetti. Chi governa oggi, in tempi di crisi, prima che spendere bene e in fretta quanto dispone della comunità, deve qualificarsi per la capacità di produrre nuove risorse e recuperarne attraverso una buona amministrazione.
Chi vive e opera in Sicilia, sa quant’è devastante questa crisi che non dà segnali che possano indurre all’ottimismo. Anche perché nel governo delle amministrazioni e nelle scelte di governo, assieme all’assenza di strategie continua a prevalere la pericolosa mancanza di etica e del senso di responsabilità che la crisi, invece, imporrebbe. Per questo il governatore Lombardo non può che prendere atto: se i vertici del governo e dello Stato si assumono il problema Sicilia, è per le dimensioni vaste e per le cause strutturali della crisi economica, sociale e finanziaria, che la Regione vive. Lombardo lasci perdere invettive e richiami personalizzati, gli insulti, le evocazioni di complotti e di congiure golpiste. Nessuno può vestire i panni dell’agnello sacrificale. Serve solo consapevolezza e senso della misura. Serve creare le condizioni attraverso cui i siciliani possano costruire il loro futuro: un domani, per le loro figlie e i loro figli, all’insegna dello sviluppo, della serenità, della coesione sociale, della giustizia, del lavoro”.