CATANIA – Un centro storico catanese totalmente blindato, accoglie il presidente del Consiglio, Mario Monti, insieme a un grido di protesta: “L’Italia muore e tu te ne freghi, vergogna”. Dal pulpito del teatro Sangiorgi poche novità e due affondi. A Silvio Berlusconi ed al Pd. Cinque minuti dopo mezzogiorno il Premier Monti sale sul palcodel teatro Sangiorgi.
Tocca a lui sedare gli animi dopo un mezzo battibecco tra il capolista alla Camera, Andrea Vecchio, “reo” di aver ecceduto (in termini di minuti) nel suo intervento. Ed allora, il presidente del Consiglio incassa subito l’applauso della platea e poi attacca: “Cari catanesi, cari siciliani ringrazio anche l’Etna per l’accoglienza”. Eccola, la battuta che scioglie ghiaccio e tensione. “Sono convinto che gli italiani possono vincere qualsiasi sfida: ma solo se nord, centro e sud stanno insieme.
Non più questione meridionale ma opportunità meridionale per l’Italia: io non ho avuto un ministro per il Mezzogiorno ma un ministro per la cooperazione territoriale. Era di quello che aveva bisogno il Sud. Nel novembre del 2011 l’Italia stava per fallire e nessuno voleva fare il presidente del consiglio: oggi si fa a gara”. Ed ancora: “Questa mattina Berlusconi ha dichiarato che questo governo non ha fatto nulla. Gli italiani non cadranno in questo tranello. È passata l’emergenza finanziaria ma adesso ve ne sono due immediate: l’emergenza produttiva e quella sociale. Siamo noi la freschezza e la novità della politica. Per fare le Riforme? Occorre prendere a spallate le lobby: il Pd ci ha fermati sul lavoro”.
E su Catania: “Serve disperatamente più coordinamento sul Turismo. L’EtnaValley dev’essere sostenuta e rilanciata: Catania e la Sicilia offrono una location essenziale ed allora dobbiamo stanziare incentivi alla formazione e sgravi fiscali. Infine, i trasporti: mi batterò affinché lo scalo aeroportuale di Catania possa recuperare il primo livello”. Alla fine la battuta ad effetto: “Anche se sono di Varese, io sugnu siciliano”.
In appendice c’è la conferenza stampa con tanto di transenna rossa per tenere a bada i giornalisti. Sarà pure prassi del protocollo ma l’incontro si rivela assolutamente superfluo ed inutile: e non certo per colpa dei colleghi cronisti compresa la risposta parecchio “imbarazzata” sul Muos.