PALERMO – Una concatenazione di sfortunati eventi hanno portato alla morte di Carmela Tomaselli. Il decesso non fu causato da procedure errate da parte dei due operatori del 118 la notte del 5 novembre 2016. A stabilirlo il tribunale di Palermo con la sentenza in cui il Gip Walter Turturici archivia le accuse contro Antonino Anselmo e Maria Grazia Falsetti. Un anno fa i giornali parlarono di un caso di sospetta malasanità consumatosi nel quartiere di Tommaso Natale dove una donna di 41 anni perse la vita a causa di un presunto intervento non risolutivo del 118. Valutazione a caldo che fece finire i due operatori sul registro degli indagati. “E’ la fine di un incubo – dichiarano oggi i legali dei due operatori del 118, Valentina Amato e Luca Di Pietrantonio – il reato non sussiste, i nostri clienti non avrebbero potuto fare di più di quel che fecero”.
Carmela Tomaseli soffriva di calcoli della colecisti e la sera del 5 novembre accusava dolori allo stomaco ed eccessiva sudorazione. Arrivati a casa della donna i due operatori, non essendo medici o paramedici, ma semplici autisti soccorritori (fatto non trascurato dal giudice nell’elaborazione della sentenza), poterono solo fare una misurazione dei parametri vitali, constatandone la normalità. E’ a questo punto che le testimonianze di Antonino Anselmo e Maria Grazia Falsetti sono diametralmente opposte rispetto a quelle dei familiari della vittima. La madre e il marito di Carmela raccontarono di essere stati convinti dai due soccorritori a non portare la donna in ospedale, che si trattava solo di un attacco d’ansia ed infine di essere stati indotti con l’inganno a firmare il modulo di rifiuto al trasporto. Per la famiglia di Carmela il giorno dopo non ci furono dubbi, la sua morte era da imputare ai due soccorritori, tanto da rivolgersi al Tribunale di Palermo per ottenere giustizia.
Il giudice ha dato credito alla versione dei due autisti: “Non si rinvengono elementi obiettivi – si legge nella sentenza – suffraganti l’ipotesi che il personale parasanitario abbia indotto o costretto il marito della persona poi deceduta a sottoscrivere il relativo modulo”. A spingere il giudice ad archiviare il caso anche l’esito dell’autopsia condotta dal medico legale: la vittima è morta per soffocamento. Ritrovata la mattina del 6 gennaio ai piedi del letto in posizione supina, Carmela Tomaselli è morta affogata nel suo stesso vomito. “I nostri clienti non hanno nessuna intenzione di procedere contro la famiglia Tomaselli, né contro il marito – sottolineano gli avvocati Amato e Di Pietrantonio – volevano soltanto che questa storia venisse archiviata per tornare serenamente alle loro vite”.