PALERMO– La procura di Palermo avrebbe aperto un’indagine sulla morte di Gaetana Priolo, 18 anni, deceduta in seguito ad un’infezione polmonare causata da un ascesso ai denti non curato. Lo riferisce l’Ansa, con un lancio di agenzia. Ma ancora la notizia non risulta confermata in via ufficiale. E non sono del tutto chiariti i contorni di questa storia.
Oggi pomeriggio Tania, così la chiamavano, era ancora alla camera mortuaria del Civico. Boccioli di rosa sparsi sul petto e sulle gambe. Uno scialle leggero intorno al collo dal colore tenue, tra il bianco e il rosa, soffice al tatto “come la pelle della mia piccola” ripete il papà, mentre passeggia in modo frenetico da un lato all’altro della camera mortuaria, dopo aver vegliato la figlia tutta la notte. Tania era conosciuta per il suo sorriso “era un gioiello, possedeva un’allegria contagiosa – racconta l’uomo – si faceva amare, bastava poco. Tornavo a casa dal lavoro, mi stringeva le braccia al collo e mi sussurrava ‘Papà ti voglio bene’. Una piccola frase, è vero, ma per me era la più bella e dolce del mondo. E adesso è andata via – le parole si spezzano in gola lasciando spazio ai ricordi – aveva solo 18 anni, era una bambina. La mia bambina. Ditemi che è un brutto sogno”.
Tania Priola abitava in via Azolino Hazon, nel quartiere di Brancaccio, a pochi passi dal Centro Padre Nostro. Proprio in quel centro la mamma di Tania lavora come donna delle pulizie. Era la seconda di quattro figli “la più piccola ha solo sei anni – continua il padre – Tania era una seconda mamma per lei, le raccontava le favole. Dopo che la maggiore (di 20 anni ndr) è andata via con il compagno è toccato a lei rimboccarsi le maniche e aiutare in casa, è dovuta crescere in fretta ma non si è mai lamentata”. La ragazza, inoltre, era stata inserita in un corso di integrazione scolastica e aveva conseguito la licenza media. “Non amava molto stare sui libri – il racconto prosegue – preferiva uscire e correre all’aria aperta, col sole sul viso”.
Lacrime, disperazione e rabbia per tutto il tardo pomeriggio al Civico. La cappella in cui si trova la bara della giovane è stata invasa da parenti, conoscenti e amici dei Priola. Nessuno riesce a credere ai propri occhi, qualcuno preferisce chiuderli, tapparli con le mani. “Non è possibile, non è vero – le parole non riescono a uscire e si ripetono identiche – è una bambolina, sembra che stia dormendo”. Il decesso, secondo quanto spiega Mario Di Grazia, specialista in Odontoiatria, poteva essere evitato con una semplice visita e con l’avvio di una terapia antibiotica. Tania però dal dentista non è mai andata. “Aveva paura, piangeva – dice ancora il padre – non siamo riusciti a convincerla”.