PALERMO – I parenti chiedono risposte e denunciano un presunto caso di malasanità, ma sarà la magistratura a verificarlo. Un’anziana di 84 anni, nata a Castelbuono, è morta nel reparto di Terapia intensiva respiratoria all’ospedale Civico di Palermo. Prima era stata operata nel reparto di Chirurgia toracica. Aveva ingoiato un osso di pollo finito nell’esofago.
Il reparto e le polemiche
La Chirurgia toracica è il reparto finito al centro delle polemiche dopo la denuncia del chirurgo Francesco Caronia. Le sue denunce sono pesanti: interventi chirurgici eseguiti male fino a causare il decesso dei pazienti, operazioni eseguite pur non essendo necessarie, cartelle falsificate.
Quando Caronia ha saputo che una parte dell’inchiesta, quella sui falsi, è stata archiviata, ha deciso di rivolgersi al deputato regionale Ismaele La Vardera. Una commissione regionale composta da diversi esperti in servizi in diverse aziende sanitarie siciliane e una dell’ospedale Civico stanno analizzando i casi segnalati da Caronia.
Donna morta, la denuncia
Ora il nuovo caso. L’anziana aveva 84 anni. Il suo percorso sanitario è iniziato il 3 marzo all’ospedale di Cefalù. A ricostruirlo è il figlio, che si è affidato all’avvocato Gianluca Calafiore, nella denuncia ai carabinieri. Era giunta al pronto soccorso per uno scompenso nei valori del sangue e del glucosio. Il 10 e il 12 marzo sono state effettuate due Tac e i medici si sono accorti della presenza di un ossicino di pollo nell’esofago.
I medici di Cefalù avrebbero consigliato il trasferimento al Civico di Palermo, avvenuto il 12 marzo, giorno in cui è stata operata nel reparto di Chirurgia toracica. Secondo i familiari, che sostengono di averne parlato con i medici di Cefalù, era importante il trasferimento all’ospedale palermitano per la contemporanea presenza del gastroenterologo e del chirurgo. Stando alla denuncia avrebbe dovuto essere il primo ad estrarre l’osso di pollo, ma in realtà la donna sarebbe stata operata.
Un orifizio nell’esofago
Dopo l’intervento la paziente è stata trasferita nel reparto di Rianimazione. Diversi tentativi di sturbarla non sono andati a buon fine, la donna andava sempre in emergenza respiratoria. Da successivi aggiornamenti, aggiungono i parenti, sarebbe emerso che il problema nasceva dalla presenza di un orifizio. Una conseguenza dell’intervento che avrebbe potuto causare infezioni. La donna ha continuato con l’alimentazione parenterale.
Dopo quindici giorni è stata trasferita nel reparto di Terapia intensiva respiratoria dove è rimasta ricoverata dal 26 marzo fino al decesso del 7 maggio. L’orifizio sarebbe stato chiuso nel corso di un nuovo intervento chirurgico.
I parenti dell’anziana sostengono che per un’ulteriore tutela i medici avevano preavvisato che alla donna sarebbe stato posto uno stent e praticata una Peg. Si tratta di una procedura medica che permette di introdurre un tubicino nello stomaco attraverso un piccolo foro nella parete addominale in modo da provvedere all’alimentazione tramite lo stomaco.
Al Civico avrebbero optato per lo stent e il sondino nasogastrico per l’alimentazione. La madre ha iniziato a presentare degli eritemi che sono degenerati. “Era come se avesse un’allergia .- racconta il figlio -. A poco a poco ha iniziato a peggiorare. Prima il blocco renale, poi la riduzione dell’emoglobina e dei globuli bianchi fino al decesso. I miei dubbi si fondono principalmente sul decorso clinico e in particolare sul fatto che a Cefalù c’era stato prospettato un percorso clinico e a Palermo un altro totalmente differente”.
Fin qui la ricostruzione dei parenti che chiedono all’autorità giudiziaria di verificare eventuali responsabilità colpose da parte dei sanitari, alcuni dei quali lavorano nello stesso reparto di Caronia.
La replica dell’ospedale
Dalla direzione del Civico spiegano che “la paziente ha ricevuto le cure prescritte secondo le linee guide condivise dalle unità operative. Dopo l’intervento in Chirurgia Toracica ha subito altri due interventi di endoscopia digestiva secondo le problematiche evidenziate nel caso di una paziente con grande fragilità e con limitata autosufficienza. Le fragilità e le complicanze hanno provocato il decesso. Al di là del caso specifico, su cui si esprime solidarietà alla famiglia e fiducia nelle istituzioni inquirenti si ribadisce che l’ Azienda Civico, azienda di alta specializzazione e di rilievo nazionale, assicura la più alta qualità delle cure e risposte a tutte le emergenze in tutte le specialità cliniche presenti”.