Morte di Nino Vaccalluzzo: la cronaca della tragedia - Live Sicilia

Morte di Nino Vaccalluzzo: la cronaca della tragedia

I primi dettagli a proposito dello scoppio in cui ha perso la vita il maestro Nino Vaccalluzzo, pare per via della caduta dello stampo.
L'ESPLOSIONE DI BELPASSO
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BELPASSO – Era un lavoro di routine, non particolarmente complesso. Nino Vaccalluzzo, 62 anni, stava maneggiando una miscela a base di magnesio, alle 7.30 di ieri mattina, quando è morto. Deceduto per via delle ferite dovute all’esplosione del composto necessario alla creazione dei fuochi pirotecnici che hanno reso famoso il cognome della vittima. Secondo quanto appreso da LiveSicilia, Vaccalluzzo era da poco uscito dal capannone in cui stava lavorando con il fratello Alfredo. Nino sarebbe uscito all’aria aperta, nel terreno subito di fronte all’immobile, e avrebbe lì cominciato a lavorare la polvere all’interno di uno stampo.

La miscela di magnesio ha, tra le sue particolarità, quella di avere un potenziale altamente esplosivo. Tanto da essere sensibile agli urti o agli sfregamenti, senza la necessità che ci sia una scintilla a innescare la combustione e, quindi, lo scoppio. Le ferite sul corpo di Vaccalluzzo orientano gli investigatori sulla strada degli incidenti: in particolare quelle osservate sugli arti inferiori, le più estese, fanno che Vaccalluzzo – maestro di grande esperienza – potesse avere lo stampo in mano, che questo gli sia scivolato e che l’impatto con il suolo, anche se da poca altezza, possa avere scatenato la deflagrazione fatale.

Non si sa quanta polvere fosse contenuta nel recipiente. Il fratello Alfredo si trovava in un’altra zona dello stabilimento e non ha assistito alle fasi di lavorazione della miscela. È uscito fuori solo quando ha sentito l’esplosione e ha visto il corpo del fratello al suolo. Le ferite non si sono concentrate solo sugli arti inferiori, ma hanno interessato tutto il corpo dell’uomo. Le ha osservate il medico legale intervenuto per l’ispezione cadaverica. La salma, come già reso noto ieri da questa testata, è stata restituita alla famiglia già nel pomeriggio della tragedia. Non è stata quindi disposto nessun ulteriore esame sul corpo.

Le indagini sono state delegate dalla procura di Catania ai carabinieri della stazione di Belpasso e al reparto operativo del comando provinciale. L’area del fatto è stata sottoposta a sequestro, nell’attesa che terminino le verifiche sulle autorizzazioni all’impianto di fabbricazione di fuochi d’artificio. I controlli sono ancora in corso, ma i primi che sono stati effettuati pare che non abbiano evidenziato irregolarità. L’esplosione non ha generato alcun incendio né danni alla struttura principale, essendo stata circoscritta a un fazzoletto di terra di pochi metri quadrati.

Si tratta della terza vittima in casa Vaccalluzzo. Nel 1997 a morire a seguito di un’esplosione in un’altra fabbrica di Belpasso era stato il fratello di Nino Vaccalluzzo, Gianluca. Nel 2001, in uno stabilimento di Militello in Val di Catania aveva perso la vita la moglie del titolare, Agata Sapienza, mentre il marito, Ernesto Vaccalluzzo, era rimasto gravemente ustionato.


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