Morti in mare a Lampedusa |Naufraga un barchino, 13 vittime - Live Sicilia

Morti in mare a Lampedusa |Naufraga un barchino, 13 vittime

Il dolore a Lampedusa

Il pm: "Erano tutti senza salvagente. A bordo diversi bambini, alcuni molto piccoli".

Migranti
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LAMPEDUSA (AGRIGENTO) – Sono 13 i cadaveri recuperati dai soccorritori in seguito al naufragio della notte scorsa a Lampedusa (Ag). Le vittime accertate sono tutte donne. Intanto il procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella, è arrivato sull’isola. Sarà lui a coordinare le operazioni investigative. Sulle salme recuperate è stata effettuata una ispezione cadaverica – esterna – alla presenza anche del magistrato. La Procura di Agrigento ha già aperto un fascicolo contro ignoti per naufragio e omicidio plurimo.

Ci sarebbero anche 8 bambini tra i dispersi nel naufragio. Secondo quanto si apprende, lo hanno raccontato i sopravvissuti agli uomini della Guardia costiera e della Gdf che li hanno soccorsi. In bordo del barchino in legno c’erano in maggioranza tunisini e subsahariani.

Forse è stato individuato dall’elicottero un altro cadavere e la vedetta si sta recando sul posto per capire se è un cadavere o meno”. Per quanto riguarda la situazione meteo “c’è mare mosso”. Lo ha detto a Sky TG24, il sindaco di Lampedusa Totò Martello. A Malta, ha detto Martello, “è stato fatto un primo passo per la ripartizione dei migranti che arrivano, dobbiamo parlare con i Paesi rilevanti del mediterraneo per fare degli accordi e cercare di non farli partire, non metterli nelle mani dei mafiosi che li fanno anche morire, senza nessuna morale”. “Non si può continuare ad assistere a questa tragedia e a questi morti che non hanno alcun significato. Bisogna che si prendano immediatamente provvedimenti per cercare o di farli arrivare regolarmente o altrimenti toglierli ai delinquenti che portano persone e che col maltempo le fanno morire”.

“40 persone su una imbarcazione di legno nell’oscurità, tra loro 1 bimbo e un bebé. Li abbiamo trovati così. Per fortuna hanno trascorso la notte a bordo #Openarms. Intanto a poche miglia, davanti a Lampedusa, 30 persone morivano in un naufragio. Così è #Med. O vita o morte”. E’ quanto scrive su twitter Open Arms, che posta anche il video del salvataggio effettuato nella notte.

A bordo erano tutti senza salvagente, se lo avessero avuto ora sarebbero tutti salvi”. Lo ha detto il procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella incontrando i cronisti a Lampedusa. “Sul barcone – ha aggiunto – erano più di 50. La maggior parte dei sopravvissuti, 13 uomini e 9 donne, sono salvi solo grazie al coraggio degli uomini della Guardia Costiera e della Gdf”.

Quello del barcone naufragato a 6 miglia da Lampedusa è stato un “viaggio anomalo”: partita dalla Libia più di 24 ore, l’imbarcazione ha fatto una sosta in Tunisia prima di affrontare la traversata. E’ quanto ha detto ai cronisti il procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella che negli uffici della Capitaneria di Porto di Lampedusa sta sentendo i sopravvissuti del naufragio in cui sono morti decine di migranti. La procura ha aperto un fascicolo contro ignoti ipotizzando il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e la morte come conseguenza di altro reato. “Ed è “strano – ha aggiunto Vella – che siano stati fatti partire con queste condizioni di mare. Stiamo approfondendo e sentendo i superstiti, che sono tutti sotto choc per l’accaduto”. Il procuratore ha poi sottolineato che le ricerche dei dispersi continuano anche se “ci sono delle grosse difficoltà dovute alle condizioni del mare. Speriamo di poter utilizzare nelle prossime ore anche i sommozzatori, ma al momento le condizioni marine non lo consentono”. Il magistrato ha confermato che tra i dispersi ci sono diversi bambini, “alcuni dei quali molto piccoli” e ha sottolineato che quando sono arrivati i soccorritori il barcone – lungo una decina di metri – “già imbarcava acqua e aveva il motore che non andava”. “Quella barca non era in condizioni di attraversare il mare – ha aggiunto – e nessuno di loro aveva i salvagente, che in casi come questo sono l’unica speranza di salvarsi la vita. Se li avessero avuti sarebbero tutti salvi”

Sono state sospese le ricerche dei dispersi del naufragio avvenuto questa mattina al largo di Lampedusa. Le condizioni meteo, in peggioramento, non consentono infatti alle motovedette e agli elicotteri di perlustrare la zona di mare in cui si è verificata la tragedia. Se le condizioni del mare lo permetteranno, come ha assicurato il procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella, riprenderanno domani mattina. Al momento, stando al racconto dei migranti, all’appello mancherebbero almeno una ventina di persone: tutti quelli sentiti hanno infatti detto che sul barcone c’erano più di 50 persone.

“Quando li abbiamo tirati fuori dall’acqua avevano la morte negli occhi, nessuno di loro sapeva nuotare, è stato un miracolo riuscire a salvarli”. Sono gli uomini della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza di Lampedusa a raccontare l’ennesima tragedia che si è consumata al largo dell’isola. Quando è scattato l’allarme, attorno alla mezzanotte dopo la telefonata dei migranti alla centrale operativa di Palermo, da Lampedusa è partita una motovedetta della Guardia Costiera classe 300, mentre in mare c’era già un’imbarcazione della Gdf nell’ambito dei servizi di pattugliamento che abitualmente vengono svolti per intercettare eventuali barchini. Ed è stata proprio la motovedetta della Guardia Costiera ad individuare il barcone con a bordo i migranti. “Appena siamo arrivati – raccontano i soccorritori – il barchino era sovraccarico, inclinato da un lato. Ed imbarcava acqua”. Sia l’imbarcazione della Guardia Costiera sia quella della Gdf si sono avvicinate, con quest’ultima che è rimasta un po’ più distante. Ma il barcone si è capovolto prima ancora che i soccorritori potessero raggiungerlo. “E’ successo tutto in un attimo, c’erano delle condizioni di mare proibitive. E’ stato un capovolgimento repentino – racconta uno di loro – non c’è stato neanche il tempo di riprenderli, in molti non sapevano nuotare e sono andati giù immediatamente”. Uno degli uomini della Guardia Costiera si è anche tuffato, per salvare quante più persone possibili e alla fine 18 migranti sono stati recuperati dalla Guardia Costiera e 4 dalla Gdf, due uomini e due donne. “Si sono aggrappati ai salvagente in preda alla disperazione. Avevano la morte negli occhi. E quando finalmente li abbiamo tirati fuori dall’acqua – dicono ancora i soccorritori – tremavano di paura, infreddoliti e disperati. Nessuno riusciva a dire nulla”. (ANSA)

(ANSA).


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