Palermo, morto il cane Aron bruciato dal padrone - LiveSIcilia

Aron non ce l’ha fatta, morto il pitbull bruciato dal padrone a Palermo

L'epilogo più triste
LA STORIA
di
5 min di lettura

PALERMO – Aron non ce l’ha fatta. Il pitbull bruciato dal proprio padrone non ha resistito alle ferite riportate e, nonostante le cure della clinica veterinaria nella quale era stato ricoverato, è morto. L’epilogo che tutti avevano sperato di evitare si concretizza con un triste post della Lav Palermo. “Ci hanno appena chiamato dalla clinica, Aron non c’è più – scrivono i volontari dell’associazione animalista -. Il suo corpo non ha retto, sebbene lui abbia lottato fino alla fine”.

Aron, bruciato vivo dal padrone

La storia di Aron ha commosso tutta Italia. Per lui era stata avviata anche una petizione. Legato a un palo e bruciato vivo dal padrone (poi denunciato) in una piazza del centro di Palermo, il cane era stato subito soccorso e preso in carico dalla Lav. Una volta superata la prima notte in clinica, per lui si era accesa la speranza ma nella notte tra venerdì e sabato il suo corpo, dilaniato dal fuoco, non ha retto.

Lagalla: “Comune parte civile”

“La speranza di questi giorni si è spenta stanotte con la terribile notizia della morte di Aron – dice il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla -. Non ci sono parole per descrivere un gesto totalmente folle provocato da una singola persona, se non esprimere la piena condanna e l’assoluta intollerabilità verso qualsiasi maltrattamento nei confronti di un animale. Per tali ragioni, il Comune è pronto a costituirsi parte civile in questa drammatica vicenda. Grazie all’azione di attivisti e associazioni, oggi la sensibilità nei confronti degli animali è diversa rispetto al passato e voglio sottolineare l’impegno di chi si è prodigato per soccorrere e curare Aron, esempi da tenere a mente anche da parte delle istituzioni che devono proseguire lo sforzo a tutela degli animali”. 

Di Gangi: “Basta retorica”

“Mi auguro che i veri animalisti e coloro che hanno a cuore il benessere degli animali non  si lascino strumentalizzare da una politica che del benessere animale notoriamente in questa città si è disinteressata e che, anzi, ha solo emanato provvedimenti contro la loro salute”. Lo dice la consigliera comunale Mariangela Di Gangi. “La strumentalizzazione della vicenda del cane Aron e del suo padrone da parte della politica è infatti vergognosa – aggiunge -. Una storia sicuramente orribile, di disagio ed emarginazione, alimentata dalla peggiore politica per qualche consenso in più. Non si incentiva la giustizia di piazza, non si strumentalizza la sofferenza di una creatura: se non partiamo da qua, la politica muore. E non si manifesta contro una persona con un evidente disagio, forse anche psichico.  
Anche strumenti come la costituzione di parte civile, già annunciata dal sindaco, sono soltanto retorica rispetto ad una vicenda che ha solo a che fare con l’emarginazione sociale e che dovrebbe essere ricondotta dalle istituzioni alla necessità di migliorare gli strumenti perché queste vicende non riaccadano. Altro che costituzione parte civile, quindi, in un eventuale processo contro una persona, forse persino senza fissa dimora: quello che serve sono servizi sociali efficaci, compresi quelli di tutela della salute animale, che sappiano avere cura della nostra città tutta”.

Leto: “Barbaro crimine”

“Questo barbaro crimine non può restare inosservato, e l’autore, attualmente libero, rappresenta una minaccia per la comunità”. Lo dice la consigliera comunale di Fratelli d’Italia, Teresa Leto. “Come sottolineato da Papa Francesco, chi non ama gli animali non ama neanche i bambini – aggiunge -. Questo vile e brutale atto non solo offende la sensibilità umana, ma riflette anche una pericolosa mancanza di rispetto per la vita: gli animali vanno rispettati, protetti e amati come membri della nostra società. Chiediamo al sindaco di assumere un ruolo attivo in questo caso, costituendoci parte civile e insistendo sull’inasprimento delle sanzioni contro coloro che si macchiano di maltrattamenti agli animali”.

Raja: “Ora giustizia”

“Aron è morto. Dopo atroci sofferenze inflitte da un uomo è andato via. Ora vogliamo giustizia, la pena per chi uccide un animale va dai due mesi ai due anni. Troppo lieve”. Lo dice la consigliera comunale Dc Viviana Raja. “Serve rivedere la legge, la crudeltà verso gli animali è un chiaro segno di problemi sociali e relazionali, collegata alla violenza contro altri uomini – prosegue -. I cittadini ci chiedono di fare qualcosa in merito, purtroppo sfugge dalle nostre competenze. Noi possiamo continuare a lavorare per gli animali fornendo a Palermo tutti i regolamenti sul benessere animale di cui è sprovvista. Il nostro impegno andrà in quella direzione”.

Amella: “Storia straziante”

“La storia di Aron è davvero straziante e pone l’accento sulla necessità di un impegno concreto per proteggere gli animali e garantire che tali atti disumani non restino impuniti”. Così la consigliera M5s Concetta Amella. “È fondamentale che la mobilitazione dell’opinione pubblica, delle organizzazioni animaliste e delle autorità competenti si traduca in pene esemplari contro chi commette gesti così orribili affinché venga perseguito e punito con la massima severità – aggiunge -. In questo contesto, diventa dirimente inasprire le leggi esistenti contro la crudeltà verso gli animali, affinché diventino anche un efficace strumento di dissuasione oltre che di punizione nei confronti di quanti commettono atti così riprovevoli”.

Zacco: “Scenario inquietante”

“La brutale uccisione del cane Aron, avvenuta per mano umana, apre uno squarcio su uno scenario alquanto più inquietante. Da anni – ha dichiarato il consigliere comunale di Forza Italia e presidente della VI Commissione Ottavio Zacco – non esistono strutture adeguate a ospitare le persone affette da gravi disagi mentali e le riforme fin qui messe in atto non tutelano né le persone affette da disturbi mentali né tanto meno garantiscono l’incolumità a persone o animali. Oggi piangiamo il povero indifeso Aron, ma domani potremmo piangere anche un nostro caro a causa delle tante persone affette da malattie psichiatriche anche gravi che circolano indisturbate. Oltre a semplificare le normative che regolamentano i T. S. O. (Trattamento Sanitario Obbligatorio), soprattutto quando vengono riscontrati elementi di pericolosità, occorre potenziare sia i centri di salute mentale sia le strutture residenziali psichiatriche e contestualmente ampliare i progetti di sostegno alla persona e l’assistenza domiciliare”. 

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI