PALERMO – Aveva ottenuto il trasferimento soltanto da poco tempo, dopo dieci anni trascorsi in provincia di Pordenone. Dario Chirchio, 49 anni, era un militare di San Giuseppe Jato, in provincia di Palermo, paese ora sotto choc per la sua morte improvvisa. Laureato aiutante nel reggimento logistico della caserma di Sacile, era felice di essere tornato nella sua Sicilia alla moglie e alle due figlie.
Il malore e la tragedia
Lunedì 27 gennaio, la tragedia: l’uomo si era sottoposto a un intervento per la rimozione di una cisti, una piccola operazione considerata di routine. Si sarebbe sentito male poco dopo. Una notizia che ha profondamente colpito l’intero paese e tutti coloro che in Friuli Venezia Giulia lo avevano conosciuto. In tanti lo ricordano per il suo carattere socievole.
“Un grande compagno di viaggio”
“Un grande compagno di viaggio – dicono – un ragazzo sempre disponibile. Lo ricorderemo sempre con immenso affetto”. Chirchio, padre di una tredicenne e di una diciottenne, è stato salutato per l’ultima volta oggi, 29 gennaio, nella chiesa madre di San Giuseppe Jato.
Decine di messaggi di cordoglio
“Pensavo che questa amicizia sarebbe durata fino alla vecchiaia e invece il destino ha voluto diversamente – scrive Davide sui social per circordare l’amico -. Non era molto che ci frequentavamo e non credevo che in così poco tempo avresti rapito il mio cuore. Ma è stato facile per te, che con il tuo carisma ma soprattutto con la tua bontà che traspariva dai tuoi occhi mettevi a proprio agio e facevi stare bene le persone che ti stavano accanto”.
“Eri simpatico e di compagnia – prosegue il messaggio -. Sempre pronto con qualche battuta a farmi ridere. Eri una persona gentile e disponibile sempre pronto a dare buoni consigli. Non posso credere che non ti rivedrò più mi mancherai amico mio”.
Incredulità e dolore
E ancora: “Sono veramente addolorato – aggiunge Rino – per la tua perdita e voglio che tu sappia che i miei pensieri sono con la tua famiglia in questo momento difficile. Ti ricorderò sempre per la tua generosità e il tuo spirito vivace. La tua presenza mancherà a tutti noi. Al tuo saluto ci siamo abbracciati, salutati scherzando e ridendo. Signore, Ti prego anche se fai piangere me, aiuta la sua famiglia e dona a lui nel tuo immenso cielo, uno spazio senza ostacoli”.
“Ci siamo scambiati due messaggi qualche settimana fa dopo tanto tempo – scrive Michelangelo – due anni in camera insieme nella mia prima esperienza a Reparto 10 anni fa, tanti consigli tanti insegnamenti. Ancora non riesco a crederci…non ci sono parole”.