PALERMO – “Siamo figli di un tribunale, non della politica”. Gli ex interinali di Multiservizi hanno fatto nuovamente sentire la propria voce. Da mesi, infatti, sono senza lavoro e senza stipendio, nonostante decine di sentenze dei tribunali di mezza Sicilia abbia riconosciuto loro, in primo grado, il diritto all’assunzione a tempo indeterminato nella società partecipata della Regione, che nel frattempo si è fusa nella “Servizi ausiliari Sicilia”, mega-azienda da oltre duemila dipendenti. Tra i quali, non ci sono loro. Circa 130 precari, che avevano lavorato con contratti a termine tra il 2007 e il 2009, e ai quali, come detto, i giudici hanno riconosciuto il diritto all’assunzione. Mai arrivata. Anzi, il governo Lombardo aveva proposto una transazione: rinuncia al contenzioso con la Regione in cambio di un indennizzo pari a sei mesi di stipendio. Una proposta ritenuta inaccettabile.
Con l’avvento di Crocetta, sembrava essere cambiato qualcosa. E i lavoratori hanno effettivamente nutrito qualche speranza in più sul loro futuro. Ma al di là delle vaghe rassicurazioni di inizio legislatura, hanno raccolto poco altro. Così, hanno deciso, una quarantina circa, di occupare i locali della Sas, in via Libertà. Un’occupazione durata poche ore, a dire il vero. In serata, lo sgombero. Ma rimane il gesto. “Il governo – raccontano i lavoratori – ci ha detto che ha intenzione di creare un bacino di precari dal quale in seguito a nuove convenzioni che la Sas è in procinto di stipulare. In quel caso ci verrebbero proposti dei contratti a termine”. Una proposta che non soddisfa, però, i lavoratori, forti di una sentenza che dà loro ragione. “Non accetteremo i ricatti della politica”, hanno insistito, aprendo semmai, alla proposta di un “part time, pur di avere qualche certezza in più”. Tra le soluzione ventilate in maniera informale ai lavoratori, ci sarebbe quella di prendere il posto dei dipendenti di Novamusa, la società finita nell’occhio del ciclone per la gestione dei siti culturali siciliani. Domani, il nuovo atto. Appuntamento col presidente della Sas Giuseppe Di Stefano.