Municipalità come assessorati |La proposta di Anastasi - Live Sicilia

Municipalità come assessorati |La proposta di Anastasi

L’ex presidente di quartiere, campione del decentramento applicato durante la scorsa consiliatura lancia una proposta non solo “politica” ma organizzativa. "Il decentramento non è più priorità - spiega. I cittadini chiedono servizi e risposte".

in vista della città metropolitana
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CATANIA – L’utilità delle municipalità in epoca di crisi e, soprattutto, di fronte alla nuova sfida rappresentata dalla Città metropolitana. Non è un trattato sulla pubblica amministrazione ma una domanda che si pone, e pone agli amministratori, il consigliere comunale di Grande Catania e consigliere dell’Anci regionale, Sebastiano Anastasi. L’ex presidente di quartiere, campione del decentramento applicato durante la scorsa consiliatura – sua la proposta di un Consiglio comunale dedicato all’argomento – lancia un’idea non solo “politica” ma prettamente organizzativa e sicuramente “spiazzante” ma che, secondo il consigliere comunale, potrebbe agevolare la cittadinanza quando Catania diventerà città metropolitana. “L’idea, per la verità molto semplice – spiega a LivesiciliaCatania Anastasi – è quella di andare incontro alla gente dando servizi e risposte. In un momento di crisi profonda come quella che stiamo attraversando – prosegue – parlare di decentramento come siamo abituati non credo rappresenti una priorità”.

L’idea, dunque, è quella di abbandonare la concezione di decentramento come servizi dislocati alle circoscrizioni che, dotate oggi di un piccolo fondo economico, possono intervenire sulle segnalazioni dei cittadini, sulle piccole manutenzioni, previo raccordo con l’amministrazione centrale. E trasformare le municipalità in sei front office, una sorta di assessorati. “La società è cambiata rispetto a qualche anno fa – aggiunge – e io mi sono reso conto che, dal quartiere, avevo una visione parziale dei problemi della città e adesso, da Consigliere comunale, ne ho una più ampia che mi fa ammettere, senza remore, che il decentramento non è considerato una priorità dalla gente”.

Ma le municipalità ci sono, anche se sono state ridotte, e oggi sono dotate anche di un fondo economico da poter utilizzare per alcune deleghe concesse. Da qui la proposta targata Anastasi: renderle assessorati a tutti gli effetti. “Sistemare una buca, sostituire un tombino, sono cose senza dubbio importanti – continua – ma, dal momento che il sindaco Bianco sta portando avanti un’importante battaglia a favore di Catania città metropolitana e che il dibattito politico è incentrato su questo, ritengo che anche le municipalità vadano prese in considerazione e che possano diventare, all’interno del nuovo ente, sei assessorati per favorire la popolazione della nuova realtà”.

L’idea è quella di dare alcune funzioni precise alle attuali circoscrizioni – manutenzioni, nettezza urbana, servizi sociali, sport ed attività ricreative – e farne uffici a disposizione dei cittadini. Proprio come sono adesso quelli comunali, concentrati però al centro città. I fondi per queste istituzioni dovrebbero essere quelli inseriti nei capitoli del bilancio del Comune, divisi per sei. “Gestire i principali servizi nella nuova realtà metropolitana non sarà facile – sottolinea Anastasi – non solo per i Comuni che ne faranno parte, ma anche per i territori di frontiera, le periferie che, una volta realizzata la nuova entità istituzionale, saranno al centro di un immenso territorio, pur rimanendo periferie. E’ un’opportunità per l’amministrazione comunale – aggiunge – e un’agevolazione per i cittadini. C’è già il personale, le circoscrizioni sono posizionate ai confini della città e, quindi, potrebbero diventare agevolmente uffici comunali a tutti gli effetti. Con l’anima politica o senza”.

Una proposta lanciata a Enzo Bianco, ma anche agli altri sindaci delle future realtà metropolitane. “Non cembra ci sia progettualità in questo senso – continua – ma c’è il tempo per modificare le circoscrizioni e dare a queste maggiori responsabilità, dal momento che presidente e consiglieri sono eletti direttamente dai cittadini. Non c’è città che non stia intervenendo per ottimizzare costi, personale e fare in modo di raggiungere lo stesso la cittadinanza. Rendere le municipalità più “attive”, che possano dare risposte e suggerire percorsi – conclude – è la strada giusta e la città metropolitana l’occasione”.

 


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