E’ vuoto stamattina l’atrio del Roxy bar in piazza Mondello, a Palermo. Sotto la sua tettoia giace il corpo senza vita di Giovanni Amato, un barbone di 60 anni. La piazza è affollata ma tutto intorno regna il silenzio, forse per rispetto a quel corpo senza vita, stroncato dalla notte. I carabinieri presidiano il bar in attesa del medico legale. La gente è attonita, non riesce a credere che quella figura così familiare per la piazza non ci sia più.
Giovanni viveva per strada a Mondello ormai da circa dieci anni, ma era originario dello Zen. La sua è una storia di distacco da una famiglia di cui continuava a custodire i ricordi. Giovanni, infatti, girava con le fotografie dei due figli e le mostrava alla gente del luogo con amore. Mostrava anche le foto della moglie, morta tempo addietro. Secondo il racconto di quanti lo conoscevano a Mondello, Giovanni avrebbe cominciato la sua nuova vita da senza fissa dimora, dopo la morte della moglie. Oltre alle disavventure familiari, Amato negli ultimi anni aveva patito anche dei problemi di salute e qualcuno racconta di un intervento subito alla gola, ma si tratta di voci raccolte tra passanti su un “fantasma” dei giorni nostri, un “invisibile” che ha concluso i suoi giorni all’addiaccio in una fredda alba d’autunno davanti al mare mosso di Mondello. Di certo c’è che stanotte il freddo, probabilmente, ha stroncato un uomo che era diventato un barbone. La diagnosi del medico legale è stata: arresto cardiocircolatorio.
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