PALERMO – Quello che poteva definirsi “un miracolo” diventa sempre più impossibile per il bambino di Rosanna, la ragazza di 23 anni rimasta uccisa in un incidente stradale mentre andava a partorire, lunedì scorso. Le speranze dei medici sono crollate: se il bambino dovesse sopravvivere riporterebbe gravissimi danni a livello neurologico e cerebrale, in seguito al parto che, quella sera, è avvenuto dalla madre già senza vita da più di mezz’ora. E poi ci sono le conseguenze dell’impatto, violentissimo. La Smart su cui viaggiavano Rosanna e Giuseppe si è ribaltata in via Emanuele Paternò finendo su un muro di cinta e, anche la tecnica di alta specializzazione a cui il piccolo è stato sottoposto sin da subito, l’ipotermia, non è riuscita a limitare i danni. “L’obiettivo – spiegano dall’ospedale Civico, dove il piccolo è ricoverato al reparto di Terapia intensiva neonatale – era quello di rallentare il processo di degenerazione a livello neurologico, ma se questo metodo da noi utilizzato, specifico e di alto livello, non ha funzionato, potrebbero non esserci più speranze”.
Pessimismo fra i medici del Civico: anche se il bambino dovesse sopravvivere riporterebbe gravissimi danni a livello neurologico e cerebrale, in seguito al parto che, quella sera, è avvenuto dalla madre già senza vita da più di mezz'ora.
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