RAGUSA- “Questa battaglia elettorale si vince o si perde per pochissimi voti”. E’ il pensiero di Nello Musumeci, candidato governatore del centro-destra siciliano, che questa mattina ha parlato a Ragusa, in un incontro organizzato dal movimento civico Insieme. Il richiamo alle armi è forte e arriva il giorno dopo il dibattito su Rai Tre con gli altri competitor, in cui l’esponente di #DiventeràBellissima è stato accerchiato sul tema degli “impresentabili”. Dopo aver detto di aver appreso i nomi dei candidati – anche quelli scomodi – dai giornali, Musumeci ha leggermente corretto il tiro: “Un candidato alla presidenza non ha alcun diritto di conoscere preventivamente chi sono i candidati in lista, ma non prendiamoci in giro: è ovvio che lo può fare. Però cosa legge? Solo nome e cognome. Ed è probabile che se avessi chiesto il certificato dei carichi pendenti e il casellario giudiziario di tutti, sarebbero risultati nulli sia gli uni che gli altri. Inoltre – aggiunge con rabbia – bisognerebbe chiederlo agli 87 tribunali di tutta Italia perché non esiste un sistema centralizzato. Questa è una follia”.
Anche il controllo più approfondito può nascondere delle insidie. Come nel caso di Ernesto Calogero, candidato a Catania con #DiventeràBellissima, ma che ha alle spalle una sentenza di condanna (quattro anni in primo grado) emessa dal Tribunale di Gela: “Alla procura di Catania – spiega per l’appunto Musumeci – non risulta nulla. Ma se avessi fatto io la lista, avrei comunque evitato di inserire il suo nome, sebbene si tratti di un reato di natura contabile”. Come ha spiegato in tv e ribadito di fronte alla folla dell’Hotel Mediterraneo, “in Sicilia funziona così da 70 anni. Tanti personaggi chiacchierati sono stati chiamati a ricoprire incarichi di responsabilità. C’era un pezzo di società a cui quel tipo di fare politica piaceva, inutile negarlo. Mentre quelli per bene venivano definiti boni cristiani, quelli chiacchierati diventano sperti”. Con un esempio giustifica la sua appartenenza alla prima categoria: “I catanesi “furbi” che sperano in una pensione di invalidità mi odiano e non mi voteranno mai. Perché non darei mai una pensione a un falso invalido”.
Musumeci pone l’accento sulla sua statura morale e lancia missili sui partiti della coalizione: “Avevo fatto un appello a tutti i segretari regionali. Avevo chiesto liste pulite. Qualcuno ha raccolto il mio invito, qualcuno lo ha fatto solo in parte, qualcun altro per niente. Questi ultimi ne pagheranno le conseguenze”. Ma non tutto è da buttare: “Il 95% delle nostre liste sono composte da gente perbene – rivendica Musumeci -. Su 300 candidati, numericamente, ci può stare che 14-15 siano chiacchierati. Visto che i partiti, pur di non rinunciare a 10-20 mila voti, non sono riusciti a fare una selezione, ora i cittadini possono farlo. In Sicilia per fortuna non esistono le liste bloccate”.
L’ex presidente della provincia di Catania non risparmia i rivali. Le bordate più pesanti sono rivolte al Movimento Cinque Stelle: “Lo spregiudicato capo dei grillini (Cancelleri, ndr) è un volgare mistificatore. Era convinto di essere il padrone di questa terra, ma noi ci siamo uniti e gli abbiamo rovinato la festa. I grillini sono una setta di fanatici che credono di essere una razza superiore. In realtà qualcuno di loro ha anche la rogna. Quattro deputati sono già rinviati a giudizio prima di andare al governo. Sono come gli sciacalli che si aggirano sulle macerie lasciate da Crocetta”. Gli altri non sono esenti da attacchi mirati: “Micari, per chi non lo sapesse, è il candidato di centro-sinistra – riflette con ironia Musumeci – Anche se non è mai stato nei radar della politica e il Pd ha dovuto prestargli dei funzionari di partito per completare le liste. Fava, poveretto, è più triste di un cimitero a mezzanotte”.
“I siciliani questa volta non faranno un salto nel buio – ha concluso nella sua arringa – In ballo ci sono rassegnazione, disperazione e speranza. Chi è rassegnato non andrà a votare, chi è disperato sceglierà i Cinque Stelle, credendo che qualcosa possa succedere, chi spera nel futuro invece voterà noi. Questo è il mio ultimo impegno politico e lo dedico alla mia terra”. I suoi compagni d’avventura, presenti in massa, lo acclamano. A partire da Giovanni Ioppolo, deputato e sindaco di Caltagirone. Passando per Giovanni Occhipinti, leader di “Insieme”, che ha fondato il nuovo contenitore civico nel 2015, dopo essere uscito da Forza Italia: “Perché lì non si può stare in santa pace. La gente non odia la politica, ma ha bisogno di una politica sana e trasparente. Quello di Crocetta non è stato un governo del popolo, ma di pochi eletti. Il nostro movimento, sebbene giovanissimo, vanta un sindaco, diciotto consiglieri comunali e alcuni assessori. E il progetto non si ferma al 5 novembre”.
Poi c’è Franco Antoci, ex presidente della provincia regionale di Ragusa, attualmente a capo del Movimento Civico Ibleo: “La campagna elettorale dei grillini è solo slogan e populismo. Non si parla d’altro che dell’abolizione dei vitalizi. Noi abbiamo un candidato serio, che non predica onestà perché la pratica da tempo”. L’anello di congiunzione fra Musumeci e il civismo è Giorgio Assenza, deputato uscente e ricandidato con #DiventeràBellissima: “Quando il Pdl ha cambiato la sua denominazione in Forza Italia, sono rimasto coerente alla missione che i miei elettori mi avevano affidato. E all’interno di Forza Italia ho dato il mio piccolo contributo affinché Nello Musumeci fosse il candidato di tutti”.